sabato 17 novembre 2018

|Recensione| Halloween (2018)


Ho aspettato un pò prima di scrivere questa recensione, perchè avevo proprio bisogno di pensare. Halloween 2018 non è un film facile, e questo non solo perchè è l'undicesimo film di una saga nata ben quarant'anni fa, ma anche perchè si prende il compito di ricollegarsi al primo capitolo, creando un'altra timeline. Di nuovo.
Quindi non solo sento di dover parlare del film, ma anche di fare un pò di chiarezza su quello che è universalmente la saga horror più incasinata della storia del cinema.



Il primo Halloween del 1978 diretto da John Carpenter è un capolavoro e di conseguenza il migliore della saga  - su questo non ci piove, non ho intenzione di sprecarci altre parole, anche perchè se mi seguite da tempo sapete bene quanto amo il cinema di Carpenter. Quindi a partire dal sequel del 1981, scritto, prodotto e musicato sempre da Carpenter ma diretto da Rick Rosenthal, ecco che abbiamo la prima continuazione della storia, che riprende esattamente da dove finiva il primo capitolo. Michael scompare e per tutto il film mentre Laurie / Jamie Lee Curtis riflette in ospedale tra una cura e l'altra, il dottor Loomis / Donald Pleasance è sulle tracce di Michael che a sua volta è sulle tracce di Laurie per ucciderla una volta per tutte. Buona continuazione, qualche colpo di scena e sicuramente un gran finale. Carpenter era a dirigere Fuga da New York, ma la sua voglia di terminare questa storia si vedeva, ed ecco perchè ha voluto uccidere Michael in un esplosione. "Le idee buone devono avere vita breve" disse a quel tempo, quindi "addio Michael".



Su Halloween 3, diretto dall'amico di John Carpenter, il suo fidato compagno di merende, nonchè set designer del primo film, Tommy Lee Wallace, presenta proprio un altro universo. La trama vede il suo attore feticcio Tom Atkins nei panni di un dottore alle prese con una corporazione che produce maschere di Halloween, ma che in realtà è una setta dedita al culto dei Druidi, e nella notte di Halloween intende sacrificare tutti i bambini che indosseranno le maschere con quella marca, il Quadrifoglio d'argento. Un villain di tutto rispetto il signor Cochrane, che sicuramente festeggia Halloween a livello hardcore, ma di Michael Myers neanche l'ombra. Anzi no, nella televisione di un bar trasmettono lo spot di "Halloween", il primo film, la conferma che siamo proprio in un'altro universo.



Questo perchè Carpenter aveva chiuso la trama di Michael Myers, e voleva usare il brand "Halloween" per regalarci ogni anno un film horror prodotto da lui stesso entro il 31 Ottobre. Un idea niente male, ma come sempre sbagliata per il pubblico americano, che invece vuole sempre le solite cose. In questo caso Michael Myers. Ed ecco che nel 1988 Michael torna sul serio, anche se ormai Carpenter è fuori dalla partita, ma Dwight H. Little fa un buon lavoro, e questo sequel non è per niente male, non per nulla è molto amato dai fan.



Nella timeline, potrebbe piazzarsi dopo Halloween 2, anche se potrebbe sembrare che manca un pezzo, visto che Jamie Lee Curtis è assente, e arriva come nuova protagonista la piccola e brava Danielle Harris, nei panni di Jamie Lloyd, che dovrebbe essere la figlia di Laurie Strode. In una forzatura niente male, Michael è ancora vivo - ustionato dalla testa ai piedi - e durante un trasferimento, sentendo dai due paramedici in ambulanza che ha una nipotina decide di evadere e dirigersi alla solita Haddonfield. La storia poi è sempre quella, il boogeyman da la caccia alla bambina con seguente gruppo di teenager pronti per morire, e tutto si risolve fino al sequel. Che come tra Halloween 1 e 2 si riallaccia direttamente alla fine del capitolo precedente.



Halloween 5 - La vendetta di Michael Myers è per molti un film fiacco, ma non per me. Si collega molto bene al 4 e riprende quella storia da dove finiva, con Michael che continua ad inseguire Jamie e il dottor Loomis che ancora una volta gli mette i bastoni tra le ruote, in un rapporto che ricorda molto Christopher Lee / Peter Cushing nei film di Dracula della Hammer. Alla fine Michael viene catturato, ma una figura oscura lo fa evadere dalla prigione, con il cliffhanger più brusco della saga. Questo capitolo è stato per tanti anni disponibile solo in inglese, ma recentemente si sono decisi a doppiarlo in italiano su Sky, e qualche santo che esegue lavori di mux ha messo su internet il film utilizzando il video del bluray americano con l'audio del doppiaggio italiano andato in onda quell'unica volta.



Halloween 6 - La maledizione di Michael Myers invece è arrivato subito da noi, e semmai oggi è difficile reperirlo in dvd, ma forse è una cosa buona. Probabilmente il capitolo più tragico della saga in fase di produzione, così tanto che alla fine sono usciti 2 film. Esatto, abbiamo due versioni di Halloween 6, la theatrical cut, che è quella giunta da noi in vhs e dvd, la producer's cut. Nella prima abbiamo Jamie Lloyd in fuga da un ospedale con un neonato tra le braccia. Ovviamente è suo figlio, che appena venuto al mondo si ritrova già Micheal Myers alle calcagna. Jamie muore nei primi minuti, ma è riuscita a nascondere il bambino, trovato poi casualemente da Tommy, il ragazzino del primo film, ormai cresciuto (interpretato da Paul Rudd, oggi conosciuto come Ant-Man, ma all'epoca un attore cane, vedere per credere). 



Ah, Danielle Harris si è rifiutata di interpretare Jamie proprio perchè moriva nei primi minuti. Come dargli torto? Tutto il film Michael inseguirà Tommy e la sua cricca di amici improvvisati, compresa un'altro pezzo di famiglia Strode, e tutto si risolverà con i soliti omicidi più o meno divertenti ma accompagnati da un finale tremendo. Scopriamo che Michael nel capitolo 5 era stato liberato dal Dottor Mitchell, collega di Loomis fin dal primo film, e seguace del culto del Dio Thorne, che appunto nella notte di Halloween dona l'immortalità a qualcuno che dovrà offrire in sacrificio tutta la famiglia. Da qui l'origine dell'immortalità di Michael. Alla fine Halloween 6 non è la pecora nera che tutti raccontano, fa un sacco di premesse e intende collegare un pò tutti i capitoli, presentando anche gli stessi personaggi, come la signora Blankenshire, la baby sitter di Michael. Ecco perchè sotto sotto (molto sotto) apprezzo Halloween 6, per lo meno la versione theatrical, anche con quel finale di merda, ma se il povero Donald Pleasance è deceduto poco dopo le riprese e non poteva rigirare altre scene, non ci possiamo fare nulla. Da brivido invece (e non in senso buono), la producer's cut, che ci fa intuire come è nato il bambino di Jamie Lloyd.



In mezzo a una setta, facendola scopare con Michael Myers stesso. E se da una parte è da malati che uno zio serial killer si scopa la nipote che cerca di uccidere da 10 anni, dall'altra è fottutamente ridicolo immaginare Michael con maschera e tuta da meccanico che amoreggia con questa ragazza. A cosa diavolo pensavano? E se vi sembra brutto il finale della theatrical, godetevi questo, con Michael fermato da 4 sassi, e Loomis che viene scelto a 80 anni come prossimo Michael. Bravi!



Ma qui ci dilunghiamo troppo. Stacco Brutale a Halloween 7 -20 anni dopo. Di nome e di fatto, uscito nel 1998, doveva essere il ritorno in grande stile di Michael, con nuovamente Jamie Lee Curtis nei panni di Laurie, Steve Miner alla regia e una sceneggiatura che butta nel cesso 4 film per ricollegarsi al numero 2. Stavolta niente Haddonfield, Laurie Strode ha cambiato nome, si chiama Karen Tate, ha un figlio di 17 anni e fa la professoressa in un prestigioso istituto scolastico. Ovviamente, Michael, senza motivo, si presenta per l'anniversario. Buon senso del ritmo, grande cast (Josh Harnett, Mitchelle Williams, LL Cool J), musiche pompate con le orchestre di John Ottman e Marco Beltrami, tanti omaggi, ma il film sembra veramente debitore dello Scream di Wes Craven. E infatti sono della stessa casa di produzione, e pare che Kevin Williamson stesso - anche se non accreditato, abbia messo mano alla sceneggiatura. Con Halloween - La resurrezione invece si tocca il fondo del trash. Michael ritorna con una mossa da telefilm-soap opera che bisogna vederla per crederci, e Jamie Lee Curtis firma per i primi minuti di film. Schiatta in maniera un pò stupidina, e Michael ritorna alla sua vecchia casa, dove i personaggi più odiosi della saga attendono di essere macellati in un reality show via internet. Sicuramente il capitolo con più momenti weird della saga, tutti con protagonista il rapper Busta Rhymes. Ed è l'unico film che ha il finale ancora aperto e lasciato nell'armadio come un giocattolo rotto.



Okay, nulla dire sui due film di Rob Zombie invece, con un primo che nasce a metà tra prequel e reboot, e un secondo che invece completa la visione personale del Rocker, consegnandoci un nuovo universo malato, rozzo e pieno di cattiveria, condito dal suo solito stile, colmo di parolacce e cattivo gusto. A chi piace (tipo a me), ci va a nozze mentre i fan del classico, potrebbero uscirne incazzati.
Arriviamo finalmente al nuovo film, diretto da David Gordon Green, regista per lo più di qualche commedia grossolana tipo "Lo Spaventapassere". Cosa posso dire?

LA TRAMA


Dimenticate tutti i sequel, compreso il film del 1981, qui ci si ricollega al capolavoro di Carpenter. Haddonfield è la solita cittadina tranquilla e tutti hanno dimenticato gli eventi della notte di Halloween del 1978. Tutti tranne Laurie Strode, ormai vista da tutti come una vecchia mezza matta. E con il look da gattara pazza dei Simpson che hanno deciso di dargli, come biasimarli? In questo nuovo capitolo, Laurie ha addirittura una figlia e una nipote. Se la prima cerca di allontanarla per il passato da Rambo che gli ha regalato, la seconda la vede come una specie di donna vissuta che non ti dice le cazzate. E quando può ti allunga pure i soldi. Al solito poi, c'è Michael Myers, ancora interinato in manicomio, che guarda caso proprio sotto Halloween per il 40° anniversario, decidono di spostarlo in una nuova struttura. Adesso, non diciamoci tante stronzate: Sappiamo tutti esattamente quello che succederà, vuoi per il trailer che abbiamo visto 300 volte, vuoi perchè il canovaccio classico non si batte. Ed ecco quindi che spuntano piano piano tutti i personaggi che vogliamo vedere - i due universitari, il nuovo prototipo del Dottor Loomis, il poliziotto che era presente quella tragica notte e così' via. Michael si libera è ovvio, e indovinate un pò verso chi punta?

LA RECENSIONE

Diciamolo fin da subito a scanso di equivoci: Halloween 2018 mi è piaciuto. Ma è un parere che mi è uscito solo ai titoli di coda. Per tutto il film non c'è stata assolutamente quella sensazione di "wow" che pensavo. Anzi, non mi aspettavo niente in verità, però volevo crederci. E invece tutta la prima metà del film è solo "mhè". Certo ho goduto come un riccio quando mostrano la maschera a Michael, e con un montaggio perfetto la musica si alza, i pazienti scalpitano, i cani abbaiano e perdendo la pazienza con quel "DI QUALCOSA!" parte il titolo con il classico tema di Carpenter. Parliamo anche dei titoli di testa, con la zucca sfaldata che con un effetto al contrario ritorna integra. Come non vederci un simbolismo con la saga stessa? Sfaldata da tanti sequel che hanno rovinato l'integrità dell'originale. Ed è come se con quest'immagine volessero dire "Riportiamolo com'era". E ci riescono. Non solo nel titolo di testa, ma sopratutto in quelli di coda. Per mantenere questa promessa era necessario imbastire il solito, noioso scheletro di trama che tutti conosciamo. E allora presentiamo gli psicologi, e attraverso loro ri-presentiamo Laurie, poi è il turno del nuovo ramo della famiglia Strode, con i problemi della più giovane, l'amica babysitter, il fidanzato leggermente stronzo, l'amico nerd cicciotello e così via.



Funziona? Si e no. "Si", perchè alla fine nonostante tutte le volte che abbiamo visto situazioni simili, sono riuscito lo stesso a seguirli e ad appassionarmi, nonostante non siano nomi proprio famosissimi. "No", proprio perchè sono riuscito ad appassionarmi, e ho notato che un sacco di cose sono inutili o comunque gestite molto male. Passano il nerd e la babysitter sexy, ma personaggi come il fidanzato di Alyson occupano solo spazio prezioso. L'ultima volta che lo vediamo lancia il cellullare nel pounch. E poi? Serviva? Passiamo al Dottor Sartain, che in un certo senso poteva essere un nuovo Loomis, possibile che lo presenta in 3 minuti all'inizio e nel secondo tempo tiri fuori un twist simile? Oltretutto anche questo, colpo di scena bello quanto vogliamo, però nasce e finisce dopo pochissimo tempo. E poi c'è tutto il pezzo dell'importanza della famiglia americana, di quanto sia forte, di come insieme si possa superare di tutto. Un clichè che tra i vari Non aprite quella porta e The Devil's Reject proprio non se ne può più.



Ma quindi perchè mi è piaciuto? Per tutto il resto. Se ho trovato in parte il primo tempo moscio e piatto, c'è da dire che la seconda metà alza l'asticella di parecchi punti. Tutte le asticelle, anche quella nei pantaloni.
Da quando Michael cammina per le strade di Haddonfield nella notte di Halloween con quel bel piano sequenza che ripete per certe cose l'intro del sequel del 1981, ne vediamo delle belle. E tutto aumenta con la morte del ragazzino nerd, che anche se non ha fatto sesso ha commesso l'errore di dichiararsi con la ragazza sbagliata nel momento sbagliato. Da quel momento la famiglia Carpenter, che non vi ho detto - ma curano la colonna sonora del film, è come se si svegliassero dicendo "tiriamo fuori il servizio buono", e la soundtrack, che nella prima parte del film è stata così classica, diventa un orgasmo anni '80 che mi ha fatto venire i brividi dalla schiena fino alle braccia. Gli omicidi, anche quelli da una parte sembrano omaggiare situazioni simili (vedi la scena nei bagni che può ricordare Halloween 7), ma dall'altra prende spunti così drastici che manco Rob Zombie (vedi la testa spappolata con il piede). E parlando del nuovo Michael - James Jude Courtney, non l'ho inquadrato ancora bene, e spulciando la sua filmografia, credo di averlo visto solo nei panni di quel FreddyKrueger-WannaBe nella seconda stagione di Buffy l'ammazzavampiri (ricordate? quel mostro che vedevano solo i bambini perchè aveva la febbre?). Posso dire che mi è piaciuto molto il fatto che cercano di non inquadrarlo mai in faccia, anche se dalle foto ho visto che si sono sprecati nel truccargli un occhio (che nel primo si beccava un ferro da calza), mostrando così una bella attenzione per i dettagli anche quando non necessaria. Insomma nel suo piccolo si difende, anche se - come mi ha detto Tyler Mane la scorsa settimana- "Mi piace di più il mio".



Ma il nuovo Halloween non è solo una nuova corsa per Michael Myers, ma parla sopratutto di Laurie Strode, e del suo rapporto con il mostro. Per tutto il film aleggia un atmosfera alla Frankenstein, di come sia possibile che "un mostro ne ha creato un altro". E il nuovo mostro è proprio Laurie. Nel finalissimo, ho adorato questa nuova Laurie ultra combattiva, ho amato le stesse inquadrature originali del primo film riproposte al contrario con Laurie al posto di Michael, però io che parlo a fare, vent'anni fa godevo lo stesso su Halloween 7 quando Michael ricolpisce Laurie esattamente nella cicatrice sulla spalla dove l'aveva colpita la prima volta. Però ecco, questa metafora che non si capisce più dove sia l'uomo e dove sia il mostro come sulla storia di Mary Shelley è veramente bella. Cioè, la abbozzavano (e in chiave diversa) su H20, ma qui è riproposta molto meglio. Pensatela bene insieme a me: Il dottor Frankenstein crea il mostro. Il mostro che vuole capire il suo scopo diventa umano e a sua volta il dottore che capisce lo sbaglio e vuole distruggerlo, diventa il mostro. La creatura per proteggere la sua esistenza uccide il dottore, ma è possibile che in questo modo persone che prima erano buone possono diventare mostri? 



Se il dottore potrebbe essere Loomis e la creatura Michael, siamo daccordo che alla fine Loomis sia morto, ma dopo tutti questi anni possibili che Laurie sia diventata folle? O addirittura più folle di Michael? Quello che sto per dire potrebbe essere una stronzata enorme, ma provate a seguirmi ancora: Laure ha atteso quel momento per tantissimi anni, e si è preparata di conseguenza- ha pensato ad ogni possibile via di fuga nella sua casa in mezzo al nulla e l'ha attrezzata di tutto punto che neanche Kevin McKallister alleato con Batman e McGyver potevano arrivare a tanto. Si è allenata con tutte le armi, ha perso la fiducia della figlia Karen, e cerca ora di proteggere a distanza la nipote. Eppure. Perchè ha fatto tardi alla cena quell'unica volta che la sua famiglia l'ha invitata? Perchè era con la macchina davanti al carcere nel momento del trasferimento di Michael. E urlava come una pazza. Oltretutto appena arriva al ristorante la prima cosa che fa, è bere. Io la butto qui: possibile che Laurie abbia liberato Michael? Come si è schiantato il pullman? Non lo sappiamo. Eppure è una sottotrama che non scarterei, mi piace pensarlo e una parte di me vuole che sia così.

CONCLUSIONE

Halloween del 2018 per me è valido. Non importa se la prima parte si prende un pò troppo tempo per ingranare e se alcuni personaggi non hanno avuto il giusto spazio. Sono cose che in parte si possono sistemare in un sequel. La soundtrack di John Carpenter e dei figli Cody Carpenter e Daniel Davis diventa un orgasmo per le orecchie nel secondo tempo. Gli omicidi sono diversi, la regia è solida, e per una volta hanno cercato di osare qualcosa. Certo, in quella mano sarà difficile per Michael tenere un coltello, però è un azzardo che accetto, non sarà mai come il remake del 2003 di Non Aprite quella Porta quando staccano un braccio a Leatherface. Insomma in conclusione non credo che sia un film perfetto, e non saprei nemmeno come accidenti piazzarlo in una eventuale classifica, visto che sono tutti figli del loro tempo. Che il primo sia inarrivabile è ovvio, che il secondo dell'81 sia un buon sequel pure, ma andando avanti è innegabile che 4-5 siano cloni di Venerdi 13, e il sesto idem, solo che essendo nella prima metà anni '90, caga fuori dal vaso un pò come l'amichetto Jason va all'inferno. H-20 invece è della seconda metà anni'90 e quindi dopo Scream è normale che si alzi un pò il tiro. Resurrection invece è un prodotto fatto nel 2003 solo ed esclusivamente per il 2003, e non ci credo che Rick Rosenthal volesse davvero continuare da lì. Infine il binomio di Rob Zombie, per quanto diverso e fuori dai canoni, è talmente mindfuck (specie il secondo) che non posso non apprezzarli. Ecco alla fine la timeline per capirci qualcosa potrebbe essere questa:



E comunque la metto, volevo proprio rivederlo in azione il nostro Michael Myers, e sono contento di come sia andata. Non me ne frega niente se in sala la gente non ha visto l'originale e non ci ha capito una sega. Come per Non aprite quella porta 3D, a me è piaciuta sta cosa di continuare dal primo capitolo, credo che sia una zappa sui piedi per i produttori, che si giocano il 60% del pubblico, quello più giovane, che in effetti stacca più biglietti. Io comunque ci spero in un ulteriore sequel, che quella famiglia abbracciata in quel modo mi sembra che possa ancora reggere per qualche capitolo.  VOTO: 3.5 /5

Adesso - Qualcuno ha capito in che scena recita Nick Castle?

6 commenti:

  1. Per me film IMMENSO e pensare che ero scettico da bestia, aspettavo molto di più The Predator che si mi è piaciuto, ma poteva decisamente essere meglio. Qui invece si è a livelli da TOP, David Gordon Green che a parte le commedie ha diretto diversi film drammatici alcuni molto validi (Joe, Stronger) fa un lavoro favoloso e si vede che adora la saga di Michael nella sua completezza, in primis il primo (scusa il gioco di parole) ma anche i sequel che omaggia un po ad ogni scena. Il film poi è feroce, il primo in cui Michael uccide un bambino e altri delitti sono tosti e spietati, sono uscito dal cinema a pene eretto XD e si lo dico subito sarei felice che NON facessero altri sequel, come conclusione della saga, con quello sguardo spento di lui immobile che fissa le tre donne beh è un finale da brividi. Ha incassato un fottio quindi quasi sicuramente faranno un sequel ma io spero vivamente di no.

    Su Nick Castle, l'unica sua scena è quella dello specchio, quando Laurie lo vede da fuori la casa e lui è riflesso nel vetro, per il resto è tutto Courtney che IMHO fa un ottimo lavoro.

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    1. Solo la scena allo specchio quindi? Mi hai tolto un dubbio, grazie :-)

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  2. PS su Halloween 6 direi che la versione ufficiale della nascita del bimbo non sia quella pessima della pessima Director cut, la versione VERA (quella theatrical che adoro, si il 6 è tra i miei preferiti) non fornisce spiegoni sul bimbo, una teoria potrebbe essere che i medici/druidi cattivi hanno inseminato Jamie per far nascere un nuovo Michael, hai presente nel finale quando i protagonisti si chiudono nella stanza? La ragazza nota quella specie di feto tutto decomposto e quello schema sul DNA, è probabile che il Dr Wynn avesse fatto una sorta di folle esperimento e così va più che bene perchè Michael non ha emozioni, ergo non può eccitarsi sessualmente ne provare qualsivoglia sentimento che non sia quello di stroncare vite altrui e noi beh.... lo AMIAMO proprio per questo ;-)

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    1. Si, ricordo bene la stanza con il feto, però è impossibile riuscire a capirci qualcosa, anche perchè secondo me non sapevano nemmeno loro cosa stavano facendo, e probabilmente con le immagini che abbiamo in testa ognuno di noi si crea un film diverso. Della theatrical mi piacciono i vari omicidi che mancano nella producer's cut, in ogni caso a livello di storia hanno cagato fuori dal vaso in qualunque modo la mettiamo. Poi si, mettiamoci che ci sono due registi, la morte di Pleasance e che i boss della Miramax non sanno tirare fuori un soldo in più per un horror ed ecco il risultato...

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