domenica 30 settembre 2018

|Che Accidenti Ho Visto Ultimamente?| Lake Placid Legacy, Mandy, Office Uprising, Circus Kane, Blood Fest, Frenzy, PuppetMaster The Littlest Reich, Summer of '84, Boar, Corbin Nash, Ghostland, Upgrade, Dead Shack

Ci siamo: Ottobre è alle porte, e come ogni anno Cinema, tv, internet e l'atmosfera stessa, si avvicina per un pò al nostro genere preferito . Proprio al cinema sono in arrivo diverse cose che hanno già la mia curiosità dal primo trailer - non parlo di The Nun, che già l'hanno visto anche i muri - escluso il sottoscritto, ma più che altro mi riferisco al nuovo Halloween e The Predator. Due icone della mia infanzia in due film nuovi di zecca, come resistere? Ci sarebbe anche Venom, ma già lì ho il morale sotto i piedi, che la dicitura PG-13 è un pò come il marchio "Senza Glutine", sai già che non avrà quel sapore che volevi. Anzi a dirla tutta persino per The Predator non è che abbia letto proprio cose lusinghiere. Staremo a vedere. Nelle serie tv invece il colosso Netflix ha deciso di fare una vera e propria orgia di horror, sguinzagliando diverse serie a tema di cui nemmeno ricordo i titoli. Però mi sembra che in una ci siano le manine di Mike Flanagan, quindi anche lì qualcosa andrà recuperato. Ricomincerà pure The Walking Dead, anche se non so per quanto intendono camminare ancora. Poi c'è Rob Zombie che presenta una serie di film stile Zio Creepy in qualche canale americano, c'è Eli Roth che se ne esce con una serie a documentario che indaga sull'horror in generale, con guests di tutto rispetto. Insomma il piatto è ricchissimo. E io non posso non partecipare senza spararvi un fiume di film tutti visionati per voi in preparazione a questo periodo, si - anche a costo di mangiarmi la promessa del mese prima. Vi ricordare che promettevo di dedicarmi ai film Mainstream visti in estate, ma riflettendoci bene - chi li vuole? Per quello che mi riguarda scivolano il prossimo mese. Ho deciso invece di parlarvi di quelli più interessanti, quelli che vi dovete cercare sudando e spendendo. Pronti? Let's go:


LAKE PLACID - LEGACY

Non c'è niente da fare, sono un debole. Quando vedo un sequel, un prequel, un reboot, o qualunque cosa che sia collegato ad una serie di film, sono sempre il primo che ci casca con tutte le scarpe. Attenzione, sono anche il primo che si lamenta come una vecchietta in coda alle poste quando vedo che le idee sono finite e non fanno che riciclare le stesse cose. Coerente, vero? Comunque sia, eccoci qua - giusto un paio di mesi fa prendevo il box con tutti i sequel di Lake Placid (ve lo mostro QUI nel video con la bella Pamy) e non faccio in tempo a trovargli spazio nella mensola che ne spunta un altro. Ovviamente il solito direct to video. Riesco appena ad ambientarmi con i personaggi che in meno di 15 minuti so già che aria tira, ovvero quella della serie "non ci sono soldi sul piatto, con un titolo così' i coglioni ci cascano sicuramente". E hanno pure ragione. Invece per qualche motivo ci sorbiamo un pippone con 4 ambientalisti / animalisti / greenpeace, che già nei primi minuti assaltano un palazzo per... appendere un tendone sul tetto di una corporazione. Quando il post su Facebook non basta. Poi vanno alla ricerca dell'amico in culandia che ovviamente non da più segni di risposta, e la soluzione ovviamente è che sta riposando dentro il pancione del coccodrillo dove non prende bene il wi-fi. Il problema più grande, quello che colpisce lo spettatore più "esigente", è che il coccodrillo non c'è per un buon 80% del film. Compare poco, prima l'ombra, poi qualche dettaglio, una zampa, una coda. Solo nell'ultimo atto lo vediamo in tutta la sua "magnificenza" pixelosa. Certo ormai è dal secondo film che siamo abituati alla brutta CG, e a dirla tutta nei film precedenti era in piena luce del giorno, mentre qui, grazie a quell'unico colpo di genio della sceneggiatura, il film sarà ambientato per una buona metà in una struttura chiusa, tra sotterranei e laboratori. In conclusione, non inguardabile, ma un minimo di umorismo non avrebbe guastato, visto che la creatura si vede poco. VOTO: 2 /5




MANDY

Il buon Nicholas Cage non è allergico agli horror dopotutto, basta pensare al non riuscitissimo Pay the Ghost di qualche anno fa, o al valido Mom and Dad, però che nessuno menzioni lo sgangherato remake di The Wicker Man. Con Mandy, ritorna alle prese con questo genere, in una veste completamente nuova - e speriamo che ci abbia preso gusto, perchè il risultato non è niente male, anche se il film in sè non è poi questo capolavoro allucinante che pensavo. Il buon Cage è un boscaiolo, e vive con la compagna Mandy in una bella casa in mezzo al bosco. Il regista Panos Cosmatos è uno che subito punta all'occhio, cercando di colpire lo spettatore con queste belle inquadrature colorate, anche per distogliere dai dialoghi che invece non dicono praticamente un accidente (a letto parlano di Galactus, e ho detto tutto). Si movimenta con l'arrivo di un pazzo stile Charles Manson con tanto di family che subito mette gli occhi su Mandy. E qui diventa (più) weird la cosa, visto che dal nulla, o meglio con un richiamo magico, arrivano questi 4 demoni motociclisti, che come da prassi rapiscono la ragazza. Ce la farà il buon Cage a salvarl-no, prendono anche lui e gli ammazzano la compagna davanti agli occhi. E tutto questo perchè non voleva fare un blowjob al santone fuori come un balcone. Tutto ciò mi ha leggermente ricordato il fumetto di Rob Zombie e Steve Niles "The Nail", dove appunto c'era un wrestler - Nail appunto, perchè usava i chiodi, che allo stesso modo gli veniva rapita la ragazza da dei demoni motociclisti. Sarà un caso? Quello che conta e che ci venga regalato qualche momento sopra le righe alla Nicholas Cage, che ovviamente non manca, come nella scena in bagno, in un piano sequenza dove il nostro si finisce mezza bottiglia di vodka mentre urla e piange. "Sarà vera vodka?" era l'unica domanda che avevo in testa in quel momento, ma da un uomo che si è mangiato uno scarafaggio non mi sembra il caso pensarci più di tanto. Nell'ultima parte arriva la vendetta di Cage, tra balestre, asce fatte in casa e motoseghe, in un confronto simpaticissimo che mi ha ricordato pure Fantasmi 2 di Don Coscarelli. Alla fine il film scorre benone in tutte le sue 2 ore circa, e vediamo pure come sta messo Bill Duke. Forse una delusione per i criticoniche ad ogni cosa colorata vogliono Nicholas Widin Refn, però secondo me ci si diverte. Consigliato. VOTO: 3.5 /5



OFFICE UPRISING

Prodotto televisivo per un canale della Sony, Office Uprising si piazza come un mix tra thriller, horror ma sopratutto comedy, con effetti speciali ultracheap e attori presi dai fondi di magazzino del discount dei blockbuster movie. C'è lo sceriffo di Scary Movie, il Raffaello delle Tartarughe Ninja di Bay (più figo su Blood Drive, in verità) e c'è persino Jane Levy che sembra abbia letteralmente mandato a cagare Fede Alvarez lasciando film più che buoni (il remake di Evil Dead, ma anche Man in the Dark) per fare stronzatone per la tv (Monster Truck, e ora questo Office Uprising). Il film si piazza in questo nuovo sottogenere, che possiamo definire "Horror d'ufficio", che vede sempre i colleghi di qualche azienda fare forza comune per combattere il male, che siano i terroristi (Severance), i vampiri (Bloodsucking Bastards), una corporazione (The Belko Experiment) o qualche psicopatico che non ce la fa più (Redd Inc.). Anche se il vero punto di riferimento credo che sia proprio Mayhem di Joe Lynch, visto che la trama è molto simile. Infatti negli uffici di questo bel palazzo, i dipendenti che bevono una certa sostanza in lattina (tipo Monster, Burn o RedBull), quando perdono la calma impazziscono fino a diventare iperviolenti. Non c'è una idea che non sia già vista, dal momento alla Shaun of the Dead con il ragazzo protagonista che al mattino va in ufficio e non si accorge dei cadaveri sparsi, o il palazzo che diventa blindato come sul già citato Belko Experiment, però alla fine devo dire che risulta molto simpatico, ideale per un sabato sera. Bravo anche il ragazzo protagonista, molto più espressivo di un Andrew Garfield o un Tom Holland. (Si, lo vedo bene per un Spiderman).  VOTO: 3 /5



CIRCUS KANE

Preso decisamente sottogamba questo film. Sembrava una porcata amatoriale fatta con due lire, e quando leggi "diretto da Christopher Olen Ray" il figlio di Fred, autore di Hollywood Chainsaw Hookers, ma anche di centinaia di trash movies, non puoi non pensare male. E invece indovinate un pò... E' una porcata amatoriale fatta con due lire, ma comunque decisamente divertente, sempre se stai al gioco e lo vedi in una certa ottica. Il Kane del titolo è un artista, di quelli leggermente fuori di testa, e per aprire il suo "circo degli orrori", cioè una casa piena di stanze sistemate con indovinelli e trappole mortali, cerca i vari partecipanti nel mondo dell'horror. Pesca veramente di tutto, un blogger, il gestore di una videoteca (con la maglia di Hollywood Chainsaw), un videogiocatore (the black guy, of course), un'attrice di film horror (la scream queen) e così via. Non manca quasi niente, c'è la comedy, una valanga di citazioni, un paio di psicho-killer, la motosega, e via così, fino al finale alla Saw. Non caricatevelo, eh, che dovete ripensare a ciò che dicevo in principio, in particolare alle parole "amatoriale" e "porcata". In mano a Rob Zombie veniva un altro film alla Rob Zombie, come 31 per capirci, mentre in mano a Olen Ray viene...avete capito. Non vuol dire assolutamente che non ci si diverta, per carità. In compagnia con qualche bottiglia di birra avete trovato il film della serata. VOTO: 2.5 /5



BLOOD FEST

Vi piacciono le horror-convention? E le horror-houses? Ah, ma quindi siete "malati" di horror? Accidenti, siete sicuramente delle persone orrende, i miei complimenti - state leggendo il blog giusto. Vorrei tanto iniziare con questo entusiasmo per dire che promuovo questo Blood Fest a pieni voti, ma purtroppo credo che manca qualcosa. E' chiaramente un film giocattolo, nel senso che i realizzatori si sono divertiti a realizzarlo tanto quanto dovrebbe il pubblico nel vederlo, eppure c'è una leggerezza di fondo che stona in mezzo a così tanto materiale. Nell'incipit vediamo un serial killer mascherato che nella notte di Halloween (ovviamente) uccide una mamma durante la visione di un film horror, proprio davanti al figlioletto. Si risolve tutto con un colpo di pistola, da parte del papà. Passano gli anni e il bambino ora è un teenager (il Peter Pan di Once Upon a Time) e ha superato così bene il trauma da diventare un super-appassionato di horror movies. Il padre giustamente è incazzato e vede la cosa come una mancanza di rispetto verso la morte della madre. Eppure proprio nei primi minuti di film, la madre sembrava proprio una patita del genere, e cercava di insegnare al figlio proprio che la finzione e la realtà sono due cose veramente differenti. Comunque sia, in città arriva la Blood Fest, la super convention che non avremo mai in Italia, con aree a tema (zombi, vampiri e via dicendo), attori, stand e tutto quello che serve per una giornata indimenticabile. Il nostro ci va con due amici (uno è il cicciotello nerd amico di Peter Parker su Spiderman Homecoming) ma una volta lì scopre due cose: La prima è che il suo attore preferito è una testa di cazzo. La seconda è che l'evento è in realtà una trappola mortale dove le attrazioni fanno fuori i clienti. Comincia così la lotta alla sopravvivenza facendosi strada tra serial killer, pazzi con le motoseghe, killer clowns, zombie e vampiri. Adesso, a parte il solito giochino dei clichè, che ammetto - non mi stanca mai- ci sarebbe anche la voglia di analizzare per bene le regole di un genere che nel corso di cent'anni è mutato non so quante volte, e per una cosa simile non basta un film. E anche se fosse ci hanno già pensato (riuscendoci meglio) film come Scream, The Final Girls o anche Behind the Mask. E in quelli si prendeva in esame in particolare lo slasher. Qui invece si cerca proprio di girare intorno un pò a tutto, come faceva (meglio, anche qui) Quella Casa nel Bosco. Senza contare che il messaggio è praticamente annunciato nei primi 2 minuti di film, che l'horror è finzione, una messa in scena, lo guardiamo perchè ci piace, ma nulla a che vedere con la violenza vera. Tutto quello che c'è in mezzo è puro cazzeggio. Non chiedetevi come fanno a funzionare gli zombie, o se ci sono di mezzo vampiri veri. Su Quella Casa nel bosco c'era l'idea di una multinazionale organizzata, qui invece...boh. Come dicevo all'inizio, film giocattolo, di quelli divertenti da vedere con il cervello spento. E comunque sia, dopo questo vi guarderete bene dallo stare in prima fila davanti ad un palco. VOTO: 3 /5 



FRENZY

Avete presente quando un trailer racconta tutto il film? E' una scocciatura, giusto? Eppure ci sono rari casi dove può andare anche peggio. Come? Con un trailer che racconta tutto il film e lo fa sembrare anche valido. Frenzy può rientrare in questa categoria. Nel trailer vediamo un gruppo di 4 persone in cerca di avventura, finchè (in maniera molto simile a The Green Inferno) finiscono con l'aereo in modalità "non ce la faccio più di vivere in CG" e si schianta nell'oceano pacifico. Potrebbe andare peggio? Si, se ci sono 3 squali che molto educatamente fanno avanti e indietro le vasche come in corso Matteotti. Poi ovviamente nel trailer si vede un qualche attacco dello squalo, almeno un paio diversi, ci si immerge sott'acqua, si raggiunge una zattera, insomma forse ci si può davvero divertire. Poi vedi il film. Al secondo 0.5 perdi le speranze con la scritta "Sy-Fy presents". La sensazione è come quando ti alzi la mattina bello riposato convinto in una bella giornata perchè vedi il sole e quando scendi vedi che ti hanno portato via le gomme della macchina. Ciò comporta una giornata di merda, una bestemmia dietro l'altra, visto che non puoi accompagnare la moglie, farai tardi a lavoro, dovrai prendere l'autobus, fare il biglietto, chiamare un meccanico, e quasi sicuramente mentre pensi questo hai pure bruciato i toast. Ecco su Frenzy è la stessa cosa. Il logo SyFy significa "televisivo" di conseguenza ecco che tutto è incredibilmente low budget. L'aereo del trailer è inquadrato circa 6-7 volte. In due di queste è una fotografia appiccicata in un molo, nelle altre è digitale. Gli attacchi degli squali sono molti, peccato che l'animazione è sempre quella. Le capacità di recitazione del gruppo non arrivano molto lontano e nell'insieme in una storia con un normale ordine cronologico dei fatti, lo spettatore si romperebbe le palle dopo una mezz'oretta. Che sarebbe anche la durata effettiva di quanto dovrebbe durare sta roba se non avevano realmente soldi o idee, pertanto ben pensato quindi di allungare il brodino mettendo in mezzo continui flashback che in teoria dovrebbero farci legare con i personaggi, ma nella realtà ci fanno solo controllare l'orologio. E niente, sembrava un Paradise Beach dei poveri e si è rilevato un ennesimo shark movie, che per carità, molto meglio di tante cagate nel sottogenere, però... VOTO: 1.5 /5



PUPPETMASTER - THE LITTLEST REICH

Ma che splendida sorpresa. Per prima cosa tengo a precisare che non sono proprio una fan della saga di PuppetMaster, nè in generale della Full Moon. O meglio (prima che prendete le torce e i forconi) ho visto un sacco di roba della famiglia di Charles Band e apprezzo tantissimo la sua cricca, così come i loro film, belli o brutti che siano. Parlo in ordine sparso di cose come TerrorVision, Radio Alien, Gingerbread Man, Subspecies e via dicendo. Per PuppetMaster però, ammetto che sono una mezzasega, in quanto ho solo il primo film della saga in dvd, e avrò visto tempo addietro giusto un altro paio di capitoli. Più Demonic Toys. C'entra qualcosa Demonic Toys? Con quella Opsy-Daysi? No? Me lo direte voi. Il fatto è che sono arrivati a 12 film, e nonostante la curiosità a volte riesco persino a trovarla, quello che mi manca è la copia fisica. Ho visto che molti sono su youtube, e persino in italiano, ma sono molto pigro: o sono sul divano con la birra e il popcorn davanti ad un vero televisore o niente. Comunque sia, mi sono buttato su questo nuovo Puppetmaster - The Littlest Reich, proprio perchè mi hanno detto che non è necessario aver visto tutti gli altri. E avevano ragione. Anzi da quello che mi ricordo del primo film, direi che è una specie di remake che cambia completamente le carte. Se infatti nell'originale il signor Toulon veniva ucciso dai nazisti, liberando l'ira dei suoi giocattoli incazzati, qui invece le parti sono ribaltate, e scopriamo che i perfidi giocattoli, sono proprio creature figlie di un nazista immortale. Che come immaginate deve essere proprio Udo Kier, ormai condannato a fare il tedesco cattivo in ogni film che gli si presenta. E il nostro nuovo, cattivissimo Puppetmaster, dopo essere stato crivellato dai proiettili nella sua magione per mano della polizia, dovrà solo attendere l'arrivo di noi fan per tornare in vita. Letteralmente. Nel senso che il pretesto del film per rivedere stì mostriciattoli, è stato quello di aprire una specie di convention di giocattoli proprio nell'albergo dove riposa il corpo di Toulon. E quando tra i collezionisti arriveranno anche i possessori dei giocattoli originali, sarà una vera festa per il fan della saga. Non ci facciamo mancare nulla, dal sesso, che comprende un paio di nudi femminili qua e là, fino alla cattiveria gratuita, come un bambino che finisce con le mani mozzate, ma che non è nulla in confronto alla poveraccia in dolce attesa al quale gli viene strappato via il feto. E poi c'è proprio la malvagità di fondo, con i giocattoli che se la prendono in generale con i neri, i gay, gli ebrei e via dicendo. Il primo atto serve a far carburare la storia e presentare i personaggi, mentre il resto è una pacchia. La scena centrale con i vari massacri nelle stanze dell'albergo vale tutto il film secondo me. Conclusione- produce la rinata rivista Fangoria, Barbara Crampton nel cast nei panni di una poliziotta, tanto splatter vecchio stile e giustissimo bilanciamento tra effetti artigianali (molti, compreso uno zombie alla fine) e quelli digitali (pochi, giusto con il giocattolo-elicottero). Io ve lo consiglio, il brutto è che viene voglia di vedersi tutti gli altri -che dubito siano cazzuti come questo. VOTO: 3.5 /5



SUMMER OF 84

Se pensate che la corrente anni '80 abbia finito di scartavetrarci i cosiddetti, abbiamo sbagliato tutto. Anche perchè basta vedere cosa danno al cinema questo mese, oltre al fatto che già per il prossimo anno ci attende un altra stagione di Stranger Things e un altro capitolo di IT. Eppure già nel 2015 c'era TurboKid. Un film onestissimo che prendeva un cestone della spesa e ci buttava dentro tutto quello che ci piaceva, da Mad Max a Terminator, da MegaMan alle Bmx, dai fumetti alle musiche col sintonizzatore, e quando non c'entrava più niente veniva fuori quella roba che tutti abbiamo amato (ammettiamolo). Cavolo, ancora nel cd in macchina ho qualche traccia della soundtrack. Da lì è stato l'inferno però, e ovunque ci giriamo non c'è qualcosa che non cerca di riproporre la moda degli anni '80. Ready Player One in primis. E mentre l'unica cosa che potevo aspettarmi dai registi di Turbo Kid (quanti sono? Due?Tre?) era un sequel, che magari poteva chiudere un cerchio.O forse una piccola trilogia. E invece no. Se ne escono con questa cosa: Summer of 84. Che cos'è? Un film che gioca con le stesse persone ma con un genere diverso. Ci sono sempre le Bmx, i fumetti, le musiche col sintonizzatore, ma vanno via le cose alla Mad Max, Terminator e tutto ciò che era fantastico, per portarci alla dura, tremenda, stronzissima realtà. Quella americana degli eighies, però, con i genitori che non danno mai retta ai figli e la vicina che deve per forza essere fighetta. Nella trama, il solito gruppo di 4 amici, che dovreste già aver visualizzato: Il nerd, il ciccione, il ribelle e il protagonista. E' appunto l'estate del 1984 e i casi di bambini scomparsi aumentano. Si pensa che ci sia un serial killer di bambini nel vicinato, e visto che è un film, tocca ai ragazzini indagare. Si, stavolta siamo dalle parti di Stand by me, The girl of the next door, ma anche un che di AmmazzaVampiri. Siamo sul thriller, che non vira mai nell'horror. Fino ad una particolare sequenza verso la fine. Che mai, ma dico mai e poi mai mi sarei aspettato. Voglio dire, è un piccolissimo calcio nei denti, ma che di sicuro non trovate in un film tipo i Goonies, e ciò lo rende molto più contemporaneo, più negativo, più reale. Serviva? Forse no, però visto che c'è, dategli un occhio. VOTO: 3 /5 



BOAR

Che disegno mentale mi posso fare a proposito di Chris Sun? A me fino a qualche tempo fa veniva in mente un tizio che vorrebbe copiare Adam Green. In fondo, quando è uscito Hatchet nel 2007, sono diversi i film che hanno (anche giustamente) pensato che è era ora di riportate lo slasher più classico. E l'hanno fatto seguendo le regole di Adam Green, copiando spudoratamente Hatchet. Cose come Muck ma ancora di più come Charlie's Farm, diretto proprio da Chris Sun. Le regole alla fine erano: Prendi i teenager. - Metti il mostro. -Metti il flashback. -Assicurati il cast con qualche tizio famoso nel genere. -Assicurati la presenza di Kane Hodder. -Assolutamente niente Happy Ending. Et voilà. Slasher del 2000 post Kevin Williamson. Cosa fare dopo uno slasher? Un altro slasher è ovvio. Ma se Adam Green prima di fare un altro slasher si è buttato su Frozen (quel film con i ragazzi bloccato sulla seggiovia in mezzo ai monti), Chris Sun ci stupisce e dirige un...film con un cinghiale assassino. E non fate i sapientoni, che Razorback l'ho visto almeno tre volte, così come (stancamente) ero arrivato alla fine di del coreano Chaw. Come gli prende di fare un film con un cinghiale assassino? Quanto mai puoi diversificare una storia con un animale-killer, senza prendere la solita strada di Spielberg con lo Squalo? (Attacco dell'animale-nessuno ci crede-secondo attacco-mettiamo una squadra-attacco finale). Niente, se ne sbatte. Ha fatto un film con un enorme cinghiale animatronico (solo la testa) e spinge sulla slow motion lasciando l'audio a velocità normale. Con un cinghiale che ruggisce, anzi rutta brutalmente una cassa di coca cola a stomaco vuoto. Ma non è stupido Chris Sun. E' in Australia, proprio come nel Razorback di Russell Mulchay, però se lui giocava con i colori e la regia bulla, lui invece ti recluta nel cast John Jarratt, che sa esattamente come trattare tutto ciò che è dalle 2 alle 4 zampe. Peccato che il buon Jarratt non è neanche lontanamente cool alla sua controparte Mick Taylor di Wolf Creek, anzi. E il suo look con la barba completa, che gli copre il buco sul mento, non so - è come se gli togliesse l'energia. Inutile sottolineare che si tratta dell'attore che recita meglio di tutti e che tiene in piedi il film. Un pò l'opposto di Bill Moseley invece, già presente su Charlie's Farm, e qui nei panni di un padre di famiglia praticamente col pilota automatico fino alla sua dipartita. Infine c'è Nathan Jones, ex wrestler di professione nella vita reale, e anche lui nei panni del famoso Charlie in quella Charlie's Farm. E ricordo che era la cosa migliore di quel film, con quel look semplice fatto solo di stracci e lenti a contatto. Indovinate un pò, qui è un sempliciotto, suocero di Bill Moseley che in teoria dovrebbe...recitare! E ci prova davvero, peccato che nonostante le buonissime intenzioni, non gli riesce proprio. Il cinema non è il wrestling. Parliamo di effetti. Lo splatter non manca, e il cinghiale è proprio quello che vogliamo vedere. Nel senso di stravagante, fintissimo, esagerato. Ha solo un leggerissimo problema - la mobilità. Si vede chiaramente che non riuscirebbero a far camminare quel manichino neanche con un miracolo, eppure si ostinano ad inquadrarlo spesso in piena luce, figura intera, liberando tutta quella legnosità che lo rende una specie di attrazione in qualche parco divertimenti, una specie di action figure gigante che muove solo la testa pigiando il tasto relativo. E niente, non c'è molto altro da dire, non è Razorback ma non è neanche prolisso come Chaw. E in quel caso, vi ricordo che nei movimenti il cinghiale era al computer. Quindi che dire, è da premiare o da odiare? Fate voi! Rimane il fatto che se cercate bene ne trovate per tutti i gusti. VOTO: 2.5 /5 



CORBIN NASH

Decisamente un approccio diverso dal solito film di vampiri. Si comincia con il vocione serio di Malcom McDowell, che ci prepara ad un lungo predicozzo sul bene il male. Vediamo che poi interpreta questo vecchio non vedente (o forse un falso invalido) che si rivela una specie di Cagliostro, come su Spawn, però che si fa i cavoli suoi, senza interferire con l'eroe. Poi appunto vediamo l'eroe, il Corbin Nash del titolo, uno così pompato, che per far spazio ai muscoli ha dovuto liberare spazio sulla memoria interna, tanto che si è tatuato il cognome addosso, casomai perdesse i documenti. Comunque sia, lui è un poliziotto di quelli tosti e cazzuti, in cerca dell'american way in quanto orfano dei genitori. Rutger Hauer in persona gli rovina la giornata quando decide di fare la sua comparsa di 5 minuti scarsi all'interno di un bar per dirgli che i genitori sono stati uccisi, che erano come lui, e che adesso è il suo turno. Ma di cosa? Oh, è un film di vampiri, immaginate. Lo stile è quello odioso intervallato dai flashback, con Corbin Nash al minuto 2:00 sanguinante per terra e in fin di vita, perchè si tratta della seconda metà di film, e ovviamente la prima è ricostruita a pene di cane saltellando di qua e di là presentando i cattivi, i personaggi di contorno e dimenticandosi volutamente del vero villain in quanto (forse) si pretende di incassare i soldi per un sequel. Nash e il collega finiscono in mano ai vampiri, che lo torturano costringendolo a combattere, e quando si rifiuta lo lasciano morente in un vicolo. Il film c'è da dire che è una cagatina ma sta in piedi su due cose: Per prima cosa la seconda metà di film, dove Nash diventa un vero vampiro in cerca di vendetta verso i suoi aguzzini. Ma a dirla tutta il vero motivo è un irriconoscibile Corey Feldman, che dopo Lost Boys passa dall'altra parte e diventa un succhiasangue. Ma non un truzzo come aveva già fatto su Bordello of Blood, ma bensi un transessuale. E ci crede sul serio, di "essere bellissima". L'ultimo atto è esattamente quello che vi aspettate, e devo ammettere che un pizzico di soddisfazione la regala pure. Molti nudi integrali femminili, che lo sapete, Feldman è quello che è. Per me merita un occhiatina solo per vederlo vestito con i pelliccioni da tremila dollari. VOTO: 2.5 /5



GHOSTLAND

Come non essere felici se ritorna Pascal Laugier alla regia? E sopratutto, come non gioire se il film in questione è ancora una volta diverso da quello prima? Ghostland è principalmente uno slasher, con tanto di gigante tardo all'inseguimento di una bella fanciulla, quindi già ci allontaniamo dal precedente Tallman e ancor di più da film come Martyrs o Saint Aige. Un punto in comune in realtà ci sarebbe: in ogni film abbiamo come protagonisti delle ragazze, sempre alle prese con situazioni allucinanti e che finiscono per uscirne facendo cose che non pensavano mai riuscire a fare, in barba al dolore, alle ferite e inneggiando "Girl power" come se il lato femminile di Laugier spegnesse il cervello alla parte maschile sussurrandogli "questo film lo faccio io". Poi certo, l'inizio di Ghostland è dei più classici, madre con due figlie si trasferiscono in una nuova casa, e la notte stessa un gigante ritardato uscito da qualche circo decide di fare una festa proprio là. Così' imparano a fare il dito medio mentre si viaggia in macchina. Poi c'è uno stacco, le bambine sono cresciute, ma il ricordo di quella notte è sempre presente: Infatti fu la madre a salvare le figlie in una escalation di violenza alla Martyrs. Una figlia l'ha superata più o meno bene - si è sposata e vive in un'altra città. La più piccola invece molto meno. Grazie ad una telefonata si ritorna nel luogo del misfatto e potete immaginare cosa può succedere - "il passato ritornerà a mordervi le chiappe" come diceva Randy su Scream 3. E sono ancora tutti là, gigante tardo, madre/padre trans, sorellina psicotica, ma in Ghostland non è proprio tutto così scontato, attenzione. Sicuramente quasi originale la passione del mostro rivolta verso alle bambole, con il quale gioca e litiga (pesantemente). E il fatto che vesta le vittime da bambola diciamo che non è di buon auspicio. Comunque sia, se vi piace lo stile di Pascal Laugier, sappiate che qui è nuovamente in un altra veste, quindi non troverete lo splatter estremo di Martyrs, nè la pioggia di Cold Rock/Tallman nè il mistero di Saint Aige. In ogni caso i fan del regista francese non dovrebbero perderselo. VOTO: 3 /5



UPGRADE

Alla fine anche Leigh Whanell si smuove con un nuovo film. Chi è costui? E' il compagno di merende di James Wan, con il quale ha creato il primo Saw, interpretando anche la parte di Adam. I due sono sempre andati a braccetto, e questa è una cosa bella. Come non dimenticare infatti la saga di Insidious, sempre di Wan, ma con Leigh nei panni del ghost hunter sfigatello? Sembrava giusto che quando James Wan si fosse venduto a Hollywood, arrivando a fare cose tipo Fast and Furious 7 o il prossimo Aquaman, almeno Leigh Whanell continuasse sulla strada del brivido. E con la regia di Insidious 3, ci poteva anche stare. E invece eccolo con questo Upgrade. Che cos'è Upgrade? Sostanzialmente un bel mix di generi, ma principalmente un film di Fantascienza con innesti noir/revenge movie in salsa Action. Si c'è anche un pò di sangue, ma nulla di eclatante. Di cosa parla? Di un prossimo futuro, con le macchine che guidano da sole e i droni che sorvegliano la città. Quando il nostro signor Nessuno perde la sua ragazza in una rapina/esecuzione dopo un incidente in macchina, lui finisce sulla sedia rotelle, per un colpo alla schiena. La vita diventa una schifezza, e tutta la tecnologia non serve veramente a niente. Arriva l'amico a metà tra Steve Jobs e il dottor Frankenstein, che gli propone un trattamento sperimentale: Innestandogli un chip all'inizio della spina dorsale un software gli permetterà di muoversi nuovamente. Cos'ha da perdere? Il trattamento funziona, pure troppo. Il Software è un intelligenza artificiale che gli parla in testa un pò come sarà il nuovissimo film di Venom. E la cosa più ovvia da fare è: investigare sull'omicidio della moglie. Di figo c'è che quando la situazione si fa violenta, il software, su richiesta -ovviamente- può prendere il controllo del corpo e si esibisce nelle arti marziali meglio del maestro Ip Man. Il film è buono, a basso budget ma comunque intrigante, alcuni punti sono un pò debolucci (la parte dell'hacker e proprio toccata e fuga), ma alla fine vogliamo davvero seguire l'avventura nostro eroe. Finale che può far discutere, c'è chi lo troverà brutto, cattivo, ma sopratutto frettoloso, e chi invece vorrà un sequel (io spero di no). Di sicuro Leigh ha ancora nel sangue il piacere del twist finale e questo dimostra che non è cambiato niente da Saw (ed era il 2004). A proposito, tra i campanelli di una palazzina fatiscente, c'è pure "WAN", semplice omaggio o sarcastica frecciatina? VOTO: 3 /5



DEAD SHACK

Si può ancora dire qualcosa di diverso in un film di zombie? Certo che si può, sentite qua: Padre simpaticissimo un pò troppo vivace grazie alla birra, con i due figli (maschio e femmina) decidono di partire per l'ennesimo chalet in mezzo al bosco, noleggiato a poco perchè costava veramente due spicci. Ci si porta dietro anche la nuova fidanzatina di papà, un asiatica perennemente scazzata, e il miglior amichetto del figlio, che dovrebbe essere il vero protagonista del film. Noi seguiamo gli eventi attraverso di lui, e ci sembra che all'inizio abbia qualche problemino con i genitori, sebbene il film non si prende nemmeno la briga di mostrarceli. E gli zombie? A parte il fatto che neanche servirebbero, visto che il film già così è una comedy americana scorrevole e divertente, comunque sia - i tre ragazzi si avventurano nel bosco e finiscono dalla vicina. Una tizia un pò strana che adesca i giovani liceali per ubriacarli e darli in pasto agli zombie nello scantinato. Scatta l'allarme, con tutto il clichè anni '80 che si porta dietro: "Diciamolo a papà" - "Papà non ci crede", seguono equivoci, e giustamente omicidi sparsi. La durata è molto breve, non arriva a 80 minuti, la vicina gira armata di fucile a pompa e un'armatura fatta in casa tipo il tizio con il lanciafiamme all'inizio di Arma Letale 4, e quando i ragazzini dovranno fare da soli, ci sembra giustissimo che con un montage tipo La Casa 2, si concino anche loro come gli psicopatici di Mad Max, tutto ovviamente legato con il nastro isolante, che quello americano riesce a tenere in piedi anche i palazzi. (no, non scherzo, vedetevi Idiocracy). Tornando al film, di sangue ne è pieno nella seconda parte, le battute sono divertenti e i personaggi più che simpatici. Poi c'è anche la metafora della famiglia e della sua importanza, ma tranquilli che non è un film celebrale. Per me più che promosso, ad avercene di film come questo. VOTO: 3.5 /5

E niente, erano un pò di più questo giro, ben 13 - ma secondo me ne è valsa la pena. Come al solito se vi piacciono queste mini recensioni, condividetele, parlatene, diffondete come la peste la mia pagina Facebook e il mio canale Youtube.

Comunicazione di servizio - Per chi si trova nelle marche Domenica 13 Ottobre sarò presente in AnconaComix per proiettare il nostro corto Halloween - Behind the Mask. Oltre ai fumetti e al cosplay sembra che ci sia anche la birra artigianale, quindi proprio non c'è motivo per non esserci. Anche per sputarmi in faccia di persona, dai.



7 commenti:

  1. Blood Fest mi interessa tantissimo, Frenzy invece è tutta un'incazzatura XD

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Dove sei riuscito a beccare Puppet Master littlest reich??? sono giorni che provo a cercarlo e non ho trovato nessuna versione subbata, cacchio gia mi prendeva bene ora dopo la tua rece la curiosità è a mille, spero che da noi qualche anima pia tipo la midnight lo porti almeno in dvd

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  4. Mi interessano molto sia mandy che puppet master

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  5. Risposte
    1. Quanti altri film https://www.altadefinizione4k.tv possono portare emozioni gioiose a una persona...

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