Una delle nemesi più famose dell'arrampicamuri, che purtroppo non ha trovato la fortuna sperata nel terzo film della trilogia di Sam Raimi.
Vuoi che il doppiaggio italiano faceva schifo, vuoi che l'attore scelto (Topher Grace) era più valido come un Jimmy Olsen per Superman che come Eddie Brock...
Insomma, dopotutto, chi come me ha letto i fumetti, ha in mente una certa versione di Eddie Brock, ovvero un reporter incazzato e pompato a dismisura che odia Peter Parker con tutto il suo essere. Non per nulla in certe vignette è una specie di body builder, ed è più che normale che con il simbionte alieno, la sua stazza sia doppia rispetto a quella di Spiderman.
Anzi, persino nei cartoni animati, che di norma sono meno "violenti" hanno rappresentato Venom con un aspetto mostruoso, bavoso e gigante al punto giusto.
Ma quello che non sapete, e che mi sono imbattuto in un certo cortometraggio, ancora una volta girato da gente che oggi risiede ampiamente nello star system.
Venom - Truth in Journalism è un cortometraggio del 2013 diretto da Joe Lynch, da noi amanti del genere conosciuto grazie a film come Wrong Turn 2 e più recentemente con Knights of Badassdom.
E' anche uno degli amiconi di Ti West, Tim Sullivan, Adam Wingard e compagnia bella, e come loro, si diletta in cortometraggi, ma mai avrei pensato che ne ambientasse uno nel regno dei coloratissimi fumetti marvel.
E cosa fa per prima cosa? lo mette in bianco e nero, scegliendo poi uno dei villain (o anti-eroe?) più conosciuto del marvelverse. Eddie Brock vuole fare del cinema, meglio se è cinema-veritè, e si aggira per la città (New York? massi, c'è il Daily Bugle...) con una troupe, che però lo mandano a cagare quando capiscono che non ci stà con la testa. Brock mostrerà a loro la sua stanza preferita e...non vi svelo la sorpresa.
L'idea di Lynch era quella di fare un doppio omaggio sia alla nemesi di Spidey che ad un film del 1992, "Il Cameraman e L'assassino", dove appunto una troupe gira un documentario su un killer, con tanto di spiegazioni su come cavarsela, tutto ovviamente girato come un finto documentario. Un pò come Behind The Mask- Rise of Leslie Vernon. Insomma mescolare due cose completamente diverse, e che non c'azzeccano assolutamente nulla con l'altro. A voi la visione:
Pare che manchi un pezzo d'audio ad un certo punto, ma può essere una scelta registica, o un modo per non cercare rogne su youtube (più probabile quest'ultima),anche se la canzone - The Final Countdown, l'anno lasciata comunque...
Non è un corto perfetto, anzi la telecamera a mano alla Blair Witch Project è da subito segno di "stò sperimentando, non rompetemi le palle", però è anche vero che è stato girato sia con una 16mm che con una Red della Sony. Inoltre, per mostrare il simbionte (versione Todd McFarlane?), non manca una bella animazione in after effects.
E poi come non menzionare il vero piatto forte: Eddie Brock è interpretato da Ryan Kwanten, il Jason Stakehouse di True Blood, nonchè protagonista del Dead Silence di James Wan. Inoltre non manca una piccola chicca alla fine - c'è un Derek Mears (Venerdi 13 remake, Predators) con un bersaglio sulla pelata...
Nessun commento:
Posta un commento