domenica 1 marzo 2015

|Che Accidenti Ho Visto Ultimamente?| Birdman, Fear Clinic, Among the Living, Exists, Under The Skin, What We Do In The Shadows, Le Origini Del Male, Kung Fu Jungle, The Voices, Big Ass Spider!

Bentornati all'appuntamento mensile di |Che accidenti ho visto ultimamente?|.
Anche Febbraio è passato, e sono riuscito a recuperare qualche film delle annate 2013-2014. Film che, diciamolo da subito, sono molto validi, e hanno sicuramente alzato il morale generale di un periodo sicuramente lento e tedioso. Andiamoli a vedere:

BIRDMAN

Uno dei film più discussi degli ultimi giorni, per lo meno da quando si è conquistato una statuina come "miglior film", con tutta la felicità di quei poveracci che vedono film solo per gufare su quanto sono cool nel vedere film impegnativi, al contrario di quelle masse che si sprecano a seguire il prodotto più commerciale del momento. Birdman, lo dico da subito, è un buon film. Nella trama, abbiamo un attore, che dopo aver interpretato un ruolo da supereroe ne era rimasto incastrato, finchè, dopo vent'anni di Niente, decide di rimettersi in gioco nel teatro. La dice lunga il fatto che il protagonista è interpretato da Michael Keaton, dopotutto, chi meglio di lui può immedesimarsi in un personaggio simile? Proprio lui che dopo i due Batman di Burton, si guarda attorno notando che qualcosa è cambiato nel cinema, ed è questa la base di Birdman, una critica al mondo cinematografico. Le prime battute su tutti quegli attori talentuosi infilati in un costume da supereroe, fanno sicuramente sorridere, così come è divertente vedere Keaton che sclerizza verso le voci che sente nella testa, ma al di fuori di questo cosa c'è? Ci sono attori bravissimi, anche loro alle prese con i cinecomix, tipo Edward Norton (Hulk) ed Emma Stone (Amazing Spiderman), ma anche Zach Gallifanks (Una Notte da Leoni) e Naomi Watts (The Ring, King Kong.), tutti molto bravi (la Stone come ex-tossica in primis) anche perchè alle prese con interminabili piani sequenza. Infatti è proprio questa la cartuccia "tosta" / "voglio l'oscar" su cui tutti contavano: il film è girato tutto con un piano sequenza, apparentemente senza stacchi, perchè ogni volta che viene inquadrato il cielo o un palazzo, o un time-lapse, o il corridoio vuoto, è facilissimo fare un taglio, però è lo stesso difficilissimo per uno o più attori memorizzare (e improvvisare) una lunga scena senza cappellare. Poi ci sono due stacchi proprio all'inizio, una medusa morta sulla spiaggia e una meteora. Cosa significa? Secondo il regista "la medusa e la meteora significano metaforicamente la carriera del personaggio di Keaton, che un tempo volava e faceva le fiamme al botteghino, e ora giace a terra in attesa della morte". Okay, ma perchè proprio queste due immagini, dico io, perchè non un vulcano e un pesce fuor d'acqua, o un uccello con un' ala rotta (che si riaggancerebbe col titolo e il personaggio) o tante altre cose? E vogliamo parlare del finale, che non spoilero, ma che sicuramente vuole lasciare quel significato molto profondo, che ogni spettatore dovrà gridare: "Capolavoro!"?. Insomma Birdman, è un buon film, scritto benissimo, con bravissimi attori e una trama divertente. Però si prende fottutamente sul serio, tranne in alcuni momenti che proprio si scollano dal resto del film (gli sviaggi mentali di Keaton). E vogliamo parlare della musica, con quella batteria ripetuta all'infinto? Insomma, forse troppo pretenzioso, ma sicuramente in periodo "vuoto" come l'annata 2014, rimane comunque uno dei film più validi. VOTO: 4/5 


FEAR CLINIC

Fear Clinic nasce nel 2009 come una web series, portata dal regista Robert Hall, già effettista su Boogeyman 2 e i due Laid To Rest. La serie era composta da 5 episodi (li trovate tutti su youtube) e narrava di una clinica dove il dottor Andover curava i pazienti dalle loro fobie, tramite una cabina da lui creata, che permetteva tramite la stimolazione del cervello durante un sonno/ipnosi di confrontarsi con le proprie paure. Ora, diciamolo subito, trama a parte, l'unico motivo per vedere la web series di Fear Clinic sono la durata (5 minuti ad episodio) e il cazzutissimo cast. il Dott. Andover interpretato da un fighissimo Robert Englund (Freddy Krueger), che ha come infermiera Lisa Wilcox (la Alice di Nightmare 4e5) e Kane Hodder (Jason) come portantino. E non dimentichiamoci che tra le vittime c'era anche Danielle Harris (Halloween 4e5 più i due di Rob Zombie) con la paura del buio. La serie ovviamente voleva mostrare un pò di effettacci più che essere un accurata analisi delle varie fobie, cosa pensereste altrimenti di uno zombie/fantasma tipo Sadako (quindi morta affogata) che ammorba un giovane (Lucas Till, X-Men l'inizio) che ha paura dell'acqua? O ancora tutti quegli scarafaggi digitali per chi soffriva la paura degli insetti?. Il punto debole era proprio lì: una sceneggiatura scialba e pessimi effetti digitali, degni dell'amatoriale puro. Ma ecco che nel 2014, grazie ad una campagna crownfounding su indie-gogo, Robert Hall riesce a mettere quattro spiccioli per tirare fuori un film. (bellissimo il video dell'iniziativa, tra l'altro). La trama  è ambientata dopo la web series, e vede Andover che cade nella depressione più totale dopo la morte di una paziente, e che comincia a tirare fuori la bottiglia, e a licenziare tutti gli occupanti della clinica (salutate quindi Hodder e la Wilcox). Ma ecco che 4 dei suoi ex-pazienti, tutti con problemi diversi, ma dovuti alla stessa esperienza (una sparatoria in un fast food) si ripresentano per via di strane allucinazioni, tutte connesse tra di loro. Eppure erano stati curati...che la cabina di Andover abbia tirato fuori qualcosa che non conosciamo? Certo che si. Il film si pone stavolta l'obiettivo di raccontare una storia tridimensionale, con lo scopo finale di analizzare che cosa sia la paura stessa. E se nella prima parte abbiamo una storia triste, di come una sparatoria abbia traumatizzato un gruppo di persone, nel finale ecco si vira di brutto verso l'horror anni 80 con tanto di creatura-boogeyman per eccellenza. Com'è il risultato? "Mannaggia" è la parola che mi viene in mente. Fear Clinic è un film che necessitava di molti più soldi, almeno 3 volte il budget che avevano. Ci sono idee molto belle, basta pensare ad una sequenza-incubo con Englund sulla neve (che cade dal basso verso l'alto), o alla creatura simil-venom-parassita con la faccia di Englund. Sono immagini carine, ma se invece di produrre il remake di nightmare nel 2010 avessero fatto questo non sarebbe stato male. Gli effetti di make-up, quelli putridi, fatti di bubboni, pus ecc. portano la firma di Steve Johnson e sono carucci, mentre il digitale di Robert Kurtzman non si può vedere. Specie la scena dei ragni, che in un film del 2014 manco l'asylum li lascerebbe passare. Chiudono il sipario gli attori, nel quale, come immaginate, spiccano sicuramente Robert Englund e Fiona Dourif. E mentre il Thomas Dekker (la serie di Terminator) ci prova davvero, Corey Taylor (Slipknot) si vede che è lì solo per divertirsi. Scena da ricordare: Englund che spunta da una piscina alla Wolverine. Solo che le chiappe di Hugh Jackman sono di marmo, mentre quelle di Robertino...un pò meno. VOTO: 3/5   


AMONG THE LIVING

Primo passo falso per la coppia Alex Bustillo/Julian Maury. I due, nel 2009 ci avevano portato a L'inteieur, e nel 2011 Livid. In entrambi i film si vede parecchio tutto il loro amore verso il genere horror, che li condanna ad andare avanti per citazioni e omaggi. Se su a L'inteiur c'era Halloween di Carpenter alla base, con "il male" che cerca di entrare in casa, personificato da una figura umana, su Livid c'era Suspiria di Argento, con tanto di palazzo/ex-scuola di danza, con una direttrice con molti scheletri nell'armadio. Poi ci sono le citazioni, su a L'intieur ci si prendeva un paio di forbici nel dorso della mano come in Phenomena, mentre su Livid si finiva quasi sul Fantasy alla Del Toro. Insomma Bustillo e Maury mi erano piaciuti fin dall'inizio, ma volevo vedere quando avrebbero tirato fuori qualcosa di loro fino in fondo. E non ce l'hanno fatta. Among the Living vede Di NUOVO un mix di basi diverse. All'inizio si parla di bambini che nascono deformi, e si pensa a Le Colline Hanno gli occhi, poi vediamo i nostri ragazzini protagonisti, e pensiamo a Stand By Me, e si arriva fino al momento dove Di NUOVO il male entra in casa, stavolta mentre i bambini guardano vecchi film horror in bianco e nero con la babysitter...proprio come in Halloween. Alla fine di tutto però, come storia ricorda più il Tunnel Dell'orrore di Tobe Hooper. Visto che la "famiglia col segretuccio" vive in uno studio cinematografico abbandonato, dove i ragazzi finiscono per bazzicare, scatenando l'ira del villain di turno. Ecco soffermiamoci sul villain. Ma porca miseria, all'inizio si parla di mutazioni e uno chissà a cosa può pensare. Una bestia con tre occhi, zanne, quattro braccia...e invece dopo che se la tengono stretta per una cinquantina di minuti, e cosa ci tirano fuori? un albino rasato a zero senza palle? 
Preferisco di gran lunga il film di Hooper! VOTO: 2,5 /5 


EXISTS

Ecco, questo invece è stata un autentica sorpresa. Eduardo Sanchez, il co-regista dello strafamoso Blair Witch Project, si cimenta con un nuovo film, dopo un paio di false partenze. Per carità, ho un bel ricordo di Altered (filmetto di Sanchez con degli alieni piccoli e incazzosi) ma è anche vero che Seventh Moon non si poteva guardare. Entrambi i film erano ambientati di notte, ed avevano uno stile di regia "normale" con primi piani, campi lunghi, piani sequenza ecc, mentre con questo Exists si ritorna al POV, proprio in un periodo dove praticamente TUTTI ci siamo rotti le palle, vista la stra-quantità di pellicole con questo stile. Ma indovinate un pò? Exists funziona. E funziona benissimo. Nella trama 5 amici vanno in uno chalet nel bosco (vi dice niente?) ma si imbattono niente meno che in un bigfoot. E non è per niente la creatura buona e pacioccona interpretata da Kevin Peter Hall su "Bigfoot e i suoi amici", nossignore, questo è un enorme figlio di buona donna. Il film funziona perchè si alternano spesso le riprese delle go-pro (altamente sbandierate) messe sui caschi e sulle biciclette, ma sopratutto per la presenza del Bigfoot, che è presente fin dai primissimi minuti e che metterà ansia praticamente dall'inizio del film. Ci sono alcuni clichè, come la creatura che irromperà dentro lo chalet, i protagonisti che si riparano in una botola, fino al nascondino nelle grotte, ma fidatevi, che nei momenti finali, il film vi sorprenderà. Parte della riuscita è anche data dall'uomo dentro la tuta della creatura, e quindi diamogli merito, ma sopratutto il nome- si tratta di Brian Steele, già al lavoro in costumi simili, visto che era su Predators. In conclusione, senza girarci troppo attorno, se cercate un POV valido, eccovi serviti, piacevole,veloce e divertente. VOTO: 3,5/5


UNDER THE SKIN

Accidenti che ansia quì. Basterebbero solo i titoli di testa per far allontanare tutta quella fetta di pubblico che cerca un film "facile". Nella trama, da come ho capito, ci sono gli alieni a spasso per il nostro pianeta. Uno ha le forme di un motociclista, che prende i cadaveri e li porta sull'astronave, dove ne prendono la pelle per "vestirsi" da umani e mescolarsi tra di noi, al fine di catturare altri campioni. All'inizio del film un alieno vestito da Scarlet Johasson si aggira con un camion per addescare quanti più uomini possibili, per poi catturarli tramite delle sequenze-sogno che più oniriche di così non si può. Qualcosa và storto quando carica un tizio alla elephant man, e una scintilla si smuove in lei ( o lui?). Inizia a capire gli umani e vuole andare più in profondità, a metà film quasi che s'innamora di un uomo, ma si ricorda all'ultimo che non è di questo mondo. Come finirà? Ci sarebbero molte cose da dire in questo film. Sostanzialmente è uno sguardo sul nostro pianeta (una piccola parte almeno) vista da fuori, da un occhio "alieno" appunto. Viene trattata l'emozione umana, l'amore, e - sul finale - la paura. Ovviamente l'unica cosa che ha causato scalpore o notorietà verso questo film è stato il nudo integrale di Scarlett Johasson. Ed è incredibile di come ho conosciuto quest'attrice tramite il personaggio della Vedova nera nei vari Marvel movie (Iron Man 2, Avengers, Captain America 2),e paradossalmente la preferisco mille volte di più in tutt'altro genere di film, come Lost In traslation e Ghost World. E su Under the Skin non fa alcuna differenza. Volutamente poco espressiva, volutamente "aliena", regala comunque qualche brivido mentre cammina al contrario in penombra, e sopratutto in quel contentino finale con l'extraterrestre più confuso che abbia mai visto. Un ultimo tocco di classe; le musiche. Ipnotiche e inquietanti, un pò come i suoni soffocati che si sentono ogni tanto, ma che sono necessari per accedere a quei quadri pittoreschi che il regista ci regala in certe inquadrature. 
Ecco, ricordate la classifica del meglio e del peggio del 2013? E' stata una grossa cappella scoprire questo film 2 anni dopo, perchè sicuramente finiva nella top 5. VOTO: 4/5


WHAT WE DO IN THE SHADOWS

Bizzarra horror comedy realizzata tramite l'uso del mockumentary, dove un cameraman seguirà le avventure di 4 vampiri che vivono insieme in una grossa magione. I succhiasangue in questione sono ovviamente diversissimi tra loro, c'è quello vissuto alla fine dell'800, simil Lestat da Intervista col vampiro, quello vampirizzato nel '600, con le manie sul tipo De Sade, il grande vecchio, tale e quale a Nosferatu e l'ultimo arrivato. Ovviamente la convivenza non è facile, di giorno si dorme e di notte si esce. Ci sono mille regole da seguire, e procurarsi il cibo è sempre difficile, poichè qui si rispetta il piccolo particolare che per entrare in qualunque posto un vampiro deve essere invitato (sul modello di Lasciami Entrare e AmmazzaVampiri), e poi bisogna difendersi dai lupi mannari, sempre pronti ad attaccare briga...Il film è parecchio stupidino, ma è anche sufficientemente divertente, a patto che non cerchiate quella commedia graffiante alla Simon Pegg. VOTO: 3/5

LE ORIGINI DEL MALE

La Hammer dopo The Woman in Black è ritornata alla carica (in questi giorni tra l'altro arriverà il sequel), ma intanto quest'anno eccoci "Le Origini del Male" titolo italianizzato come al solito a cazzo di cane, perchè se è un horror, deve contenere la parola "male". Metamorfosi del male, Liberaci dal Male, Oltre i confini del Male...ma porca.... Il titolo originale è The Quite Ones, e vuole trattare per l'ennesima volta il tema della possessione vista con uno sguardo scientifico. Siamo negli anni '70, e un gruppo di studenti accetta di seguire il loro Professore (Jared Harris, Sherlock Holmes 2, Resident Evil 2) in un oscuro villone per tentare di curare una ragazzina posseduta. Anche se ovviamente secondo il prof, si tratta solo di uno stato mentale. Ovviamente sarà necessario riprendere tutto con una telecamera, anche perchè così possiamo creare facilissimi jumpscare affidandoci a suoni a millemila decibel mentre succede qualcosa fuoricampo, giusto per prendersela comoda. Sinceramente, da una produzione hammer mi aspettavo qualcosa in più, anche se il film bene o male si lascia guardare. Sarà che ormai l'ambiente è saturo di questo sottogenere. VOTO: 2/5 

KUNG FU JUNGLE

Anche il genere action sembra non saper più dove si deve trascinare. Meno male che almeno Donnie Yen e compagnia sanno ancora regalare qualche emozione a suon di calci. Anzi stavolta ci sono così tanti omaggi e camei, che siamo di fronte ad un vero e proprio atto d'amore verso il genere action. O meglio, verso il genere action di HONG KONG. Nella trama, il buon Donnie Yen è un maestro d'arti marziali che sta scontando la sua pena in carcere, finchè non si presenta un serial killer che inizia ad uccidere alcuni maestri in varie discipline: il migliore con i calci, il migliore sulle prese, il più bravo con la spada e così via. La polizia decide di collaborare con il detenuto al fine di catturare il killer. Che in realtà è semplicemente un pazzo, incazzato perso con il mondo dopo la morte della moglie a causa di un cancro. Le scene d'azione sono parecchie, tutte mozzafiato e tutte spettacolari, e ovviamente quando alla fine si arriva alla resa dei conti, lo sfondo dell'autostrada regala quel qualcosa che ancora non avevamo visto. Molto bella anche l'idea di dare un handicap fisico al villain (ha una gamba più corta), in contrapposizione con il solito eroe figo quanto volete, ma anche lui non proprio pulitissimo a livello di coscienza. Ottimi i titoli di coda. VOTO: 3/5

THE VOICES

Questo mi mancava. Ryan Reynalds, il "duro ma simpatico-nel-senso-di-strafottente" Hannibal King di Blade Trinity, dopo il remake di Amityville Horror ritorna in un horror...o qualcosa del genere. Si vede che il genere supereroistico gli stava stretto. Qui, lavora come operaio in una fabbrica che costruisce vasche, ed è pure valido nel suo lavoro, ma come sempre, nella vita sociale è uno schifo. A casa vive con un cane e un gatto, che sono praticamente i suoi migliori amici, al punto che...gli parlano. Ovviamente gli animali non parlano veramente, è lui che è semplicemente pazzo, e non lo dico io, lo spiega veramente nel film: va da una psicologa, dovrebbe prendere delle pillole, ma lui le butta nel lavandino, in quanto ha scoperto che se le prende, gli animali smettono di parlargli (MA DAI?). Come tutti i pazzi, lui vuole solo essere capito, vuole la compagnia, vuole gli amici, qualcuno con cui parlare. Vuole conquistare una ragazza. Solo che quando ci prova, accidentalmente finisce sempre male. Insomma anche qui siamo più dalle parti di una commedia nera più che in un horror vero e proprio. Divertenti le relazioni con gli animali,con il gatto ultrabastardo e il cane saggio e rassicurante, recitazione stranissima di Reynolds, che sembra impasticcato per tutto il film, banalissimo il finale, e fottutamente inutili i titoli di coda. Eppure nonostante tutto, se non guardate il trailer, (che al solito mostra troppo) scommetto che un sorrisetto ve lo strappa. VOTO: 2,5/5

BIG ASS SPIDER!

Mike Mendez l'ho conosciuto con The Convent (2000) un filmetto di serie B serie C, che si rifaceva a La Notte dei Demoni di Kevin Tenney. Era una cazzata, ma c'era Adrienne Barbeau con la giacca di pelle che cavalcava una moto armata di fucile a pompa, quindi... E oggi mi trovo con questo Big Ass Spider! (col punto esclamativo, si) cosa devo aspettarmi? Anzitutto non mi nascondo e lo dico apertamente - cercavo del pattume, un b-movie per togliermi dalla testa i rumori dei macchinari che mi faranno fatto perdere l'udito nel posto dove lavoro, e questo trashone sembrava perfetto. Ma quando parte il film capisco che forse ero capitato male. Si apre in slow motion, con un panzone (il nostro futuro protagonista) che si alza da terra, mentre intorno a lui, poliziotti e militari sparano verso l'alto, mentre una folla impazzita cerca di schivare le macerie. In sottofondo, quella che sembra "Where is my mind", ma non la versione di Fight Club, una più lenta. E infine prima del titolo, si vede questo ragnone gigante che si rigira su un grattacielo tirando giù gli elicotteri come nemmeno faceva King Kong (che dava le manate, mentre qui i piloti quasi si schiantano da soli), che addirittura ruggisce come il buon Godzilla! Insomma fin dall'inizio sembra una cazzatona, si, ma di quelle che si prendono sul serio. Anche perchè gli effetti digitali sembrano pure buoni. Meno male che mi sbagliavo, perchè dopo il titolo vediamo un cameo inutile di Lin Shaye (come in tutti i suoi ultimi film da OuiJa a Rosewood Lane) che cerca di rimorchiare uno che ha 40 anni buoni meno di lei. Conosciamo il nostro protagonista, un disinfestatore simil John Goodman su Aracnophobia (ma meno carismatico), segue puntura di ragno, segue corsa in ospedale, segue arrivo del paziente zero con rivelazione del ragno mutante centrale del film, che porta alla telefonatissima azione dell'esercito, capitanato da nientemeno che Ray Wise (Twin Peaks, Jeepers Creepers 2), che ovviamente non riesce a schiacciare un ragno grosso come braccio, ma deve aspettare che cresca e diventi il villain di un kaiju movie. L'azione è lenta, ci sono personaggi divertenti, come la guardia giurata messicana che farà da spalla comica, e un pò di movimento nella parte centrale, con il ragnone che si aggira per central park. Dove farà secco adirittura un Lloyd Kaufman che faceva jogging solo per guardare le ragazze (ovviamente indossa una maglia di Toxie). Tutto questo per finire con quel telefonatissimo finale all'inizio del film. Insomma ho ottenuto quello che volevo, una cagatona stile asylum da vedere in assoluto relax. VOTO: 2,5/5

E come sempre, eccoci giunti alla fine dell'infornata. Grazie a tutti per chi è arrivato fino in fondo.

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