mercoledì 1 marzo 2017

|Che Accidenti Ho Visto Ultimamente?| Resident Evil - The Final Chapter, Underworld - Blood Wars, Doctor Strange, Ouija - Le Origini del Male, Lo Chiamavano Jeeg Robot

Oggi stacchiamo Febbraio 2016 dal calendario, ed è tempo di scrivere un'altra paginetta su questo blog. Il mese sostanzialmente l'ho passato a guardare serie tv, recuperando tutto quello che mi mancava di Hannibal, che dopo Dexter ero in astinza da serial killers, e rinfrescandomi Twin Peaks in attesa della nuova stagione. Sono riuscito ad andare al cinema una volta sola, mentre qualcosa l'ho recuperata in dvd (alla buon ora), ma stavolta sono pochini i film visti, andiamoli a vedere:

RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER

Delusione. Paul W.S. Anderson mi ha rifilato l'ennesima fregatura. Non è assolutamente la prima volta (vedi Alien Vs Predator - non brutto, ma cazzo-), però stavolta, anche se non mi ero caricato particolarmente il "Capitolo Finale" della saga di Resident Evil, sono comunque uscito dal cinema insoddisfatto al massimo. Eppure era cominciata tanto bene... Mi sembra ieri quando ho visto il primo Resident Evil al cinema. Era il 2002, e bene o male il film era sulla bocca di tutti. Chi lo massacrava solo perchè non seguiva il videogioco, e chi invece come il sottoscritto, si era semplicemente lasciato stuprare da quei velocissimi 90 minuti  mandando il cervello in vacanza. Ripensandolo oggi, il primo Resident Evil è proprio una bomba. Una soundtrack che nessun altro film avrà mai, curata da Marilyn Manson in persona che spaccava di brutto (vabbè più le solite musichette di Marco Beltrami), un licker uscito dal videogioco che chi l'ha visto nel 98 sul secondo videogame ancora gode, Milla Jovovich e Michelle Rodriguez che sprizzano sesso e lesbismo da tutti i pori, la fotografia bluastra, e in generale l'atmosfera al chiuso, lo rendono un film che per me ha superato a pieni voti la prova del tempo. E poi ci sono almeno 2 scene che hanno stimolato praticamente tutti: la stanza con i laser, e il fotogramma dove s'intravede la patata di Milla. Oppure quello ha stimolato solo me. Ma il fatto è che dopo quel 2002 sono nati svariati sequel, e dopo il secondo, Apocalypse, avevo giurato di non vederne mai più uno al cinema. Ero uscito col mal di testa, Nemesis, esteticamente realizzato alla perfezione, mi aveva fatto incazzare nel finale, però anche in quel caso come pop-corn movie non era male. Nel terzo (Extinciion) improvvisamente ci si trova nel deserto, e se da una parte cambia radicalmente tutto (colori caldissimi, atmosfera più rozza) anche lì c'erano scene ottime, che però mandavano a puttane le continuità. Per tutto il film mi sono chiesto dove fosse la piccola Ashford del film precedente, insieme a Jill/Sienna Guillory. Ma poi arriva Afterlife che si apre con la scena più action e folle di tutta la saga, con tutti quei cloni di Milla che scimmiottano Matrix Reloaded, e introducono il villain di Wesker, -finalmente - aggiungerei. Peccato che dopo quella sequenza ci si addormenta per un ora buona, salvo poi svegliarsi un attimo nel finale. Nel 2015 arriva Retribution, il quinto capitolo - e indovinate un pò? Mi ci hanno trascinato in sala, rompendo quella promessa di 10 anni prima. Ma alla fine cedo e lo dico: era divertente. Si apriva esattamente con il finale precedente, una vera novità in questa saga, citando esplicitamente il gioco di Dead Island, ovvero un enorme sequenza al rewind. Era moderno, hi-tech come il primo e non più rozzo come il terzo e il quarto, anche se a dir la verità non conta poi molto. Il punto è che era divertente, tanto divertente, colmo di azione, di personaggi usciti dal videogame che finora si erano scordati (Ada! Barry! Leon!) e il ritorno di vecchie facce. Poi c'era quel finale apertissimo (come tutti) che doveva prepararci al capitolo finale. E arriviamo a oggi. La bella Milla ha scassato il cazzo ogni settimana dell'ultimo anno rifilando foto e indizi sulla sua ultima avventura come Alice. Il film si apre di nuovo nel deserto. Alice è sola, trova una sala computer e la regina rossa gli dice di correre nell'alveare del primo film che c'è una cura per il virus-T con il quale può salvare il mondo. Fine della trama. Cosa è successo tra questo e la fine del film precedente non lo sanno nemmeno loro. Ne Milla, nè il marito/regista/sceneggiatore Paul WS Anderson, nè la loro figlioccia (che per la cronaca, è nel film e interpreta la regina rossa). Cosa è successo a Leon, Ada, Jill, la piccola Ashford non lo sapremo mai. La trama è banale, ma ovviamente non guardiamo questi film per la trama, li guardiamo per l'azione. Che stavolta è brutta. Salvo la sequenza di lotta finale (più che buona, in verità), nel resto del film l'azione è molto confusa, mossa, insopportabile. L'unico calcio volante dato senza uno stacco, lo tira un asiatico (giustamente). Scopriamo il "twist" finale è a metà film, e non stà in piedi, letteralmente. Io ci ero andato solo per vedere la resa dei conti tra Alice e Wesker, che aspetto dal quarto capitolo, e rimango fottuto alla grande. C'erano almeno 10 modi grandiosi per terminare questa saga e invece, ricollegandomi all'inizio di questa recensione, Anderson mi ha rifilato una fregatura. Intendiamoci - il film si guarda, è in linea con i precedenti: nella prima mezz'ora c'è un'atmosfera alla Mad Max niente male, seguita da una parte centrale stupidina (l'assalto al castello come neanche l'armata delle tenebre) seguito da un finale andrenalico dove Claire dorme alla prima spinta (cazzo ci faceva a Racoon City poi?), mentre Alice fa ginnastica col cattivo nella stanza più pericolosa della saga. In conclusione, un modo poco felice di chiudere una saga, che stavolta tocca vette trash mentre cerca di chiudere i buchi di sceneggiatura con una marea di dialoghi senza senso. Potevate riposare un altro anno ragazzi, invece che chiudere in fretta e furia in questo modo. VOTO: 2.5 /5     

UNDERWORLD : BLOOD WARS

La saga di Underworld condivide molti punti in comune con quella di Resident Evil, ci avevate mai pensato? Sono entrambe della Sony, in entrambe ci sono delle eroine sexy in tute aderenti che scalciano i culi dei maschietti, mentre sparano e compiono evoluzioni incredibili. Sono entrambe alternate da capitoli ultra hi-tech con altri più rozzi (medievali, in questo caso) e persino le locandine in un certo senso si somigliano. Ma a differenza di Resident Evil, che ci ha messo le mani sempre Paul WS Anderson, qui essendo più persone in fase di scrittura, hanno fatto un casino ancora più grande. I primi due film erano scritti, diretti, creati e creduti da Len Wiseman (poi regista di Die Hard 4, tra le altre cose). Il terzo era più un prequel/spin off, ad opera di Patrick Tatopulos, il designer di molte creature, tra cui i lupi mannari di questa saga (ma anche il godzilla del 98, e i mostri di Pitch Black). Una scelta azzeccata, per un film di buon intrattenimento. Con il quarto iniziano i dolori. Coppia di registi svedesi, o comunque non proprio in grado di curare una regia per un saga iniziata come mix di gotico- action- horror, che qui vira sul videogioco tamarro. Nei primi c'era la stop motion, mentre quà si esagera con la computer graphic, non proprio di gran livello. Però divertiva e allora ci si passa sopra. Stravagante l'idea di dare una figlia al personaggio di Selene, ma se la sviluppano bene, perchè no? Invece no. In questo quinto film tutta la rispettabilità della saga di Undeworld sprofonda in un mare di feci. Alla regia c'è una donna, che prima di questo ha curato gli effetti visivi di The Day after Tomorrov. E non è per fare una critica, ma in questo film ci sono circa la metà degli effetti speciali del precedente. E fanno pure schifo. Ma non parlo solo di quei 2-3 lupi mannari, parlo anche di piccolezze. Il fuoco delle armi sembra appiccicato con After Effects, e per quanto riguarda i licantropi ed altri effetti particellari, a volte sembrano addirittura dei prodotti non finiti. La povera Kate Beckinsale non ci crede più, e recita col pilota automatico, visibilmente stanca e forse un pochino svergognata davanti ad un copione così fiacco. Ogni battuta è svogliata, ogni momento action è da sbadiglio, ci provano a risollevare ogni tanto l'interesse con lo scontro a metà film con il bestione gigante sul lago ghiacciato, ma anche lì ad una certa si dorme. E poi ci sono i rallenty che credevo estinti alla fine degli anni'70. Ma il momento dove le pernacchie si sprecano è quando Selene rientra in scena con le ciocche bionde. Insomma questo Blood Wars è un casino dall'inizio alla fine, e viene da chiedersi come mai un attore di un certo livello (una volta almeno), come Charles Dance, finisca all'interno di questo pastrocchio digitale. Probabilmente qualche ricatto, o semplicemente per pagare le bollette. Io ci spero, che un giorno Len Wiseman riprenda il controllo sulla sua creatura per dargli finalmente quello che si merita (e cioè una degna sepoltura conclusione), ma per ora rimaniamo con un bella idea nata con un bel b-movie, celebrata con un paio di sequel degni e finita malissimo. Peggio di così' può andare solo con il direct-to-video, e non è detto che non accada. VOTO: 1.5 /5

DOCTOR STRANGE

Come per Ant-man, non ho mai letto mezzo fumetto del Dottor Strange. E neanche farlo apposta, come per Ant-man, sono uscito molto soddisfatto dalla visione di questo ennesimo Marvel movie. Ormai, come ho già detto in passato, hanno imparato a farli, non c'è che dire. Non abbiamo più il rischio di trovarci un "Elektra", anche perchè una volta trovata la ricetta giusta, perchè cambiarla? Il film parte con presupposti seri, con Benedict Cumberbatch nei panni del chirurgo Stephen Strange, tuttologo, fermo studioso, devoto alla scienza e appassionato di musica. Non gli mancano i soldi e credibilità, un pò come il collega Tony Stark, almeno fino ad un incidente con la macchina, dove le mani purtroppo sono danneggiate al punto da farlo tremare per il resto della vita. E dopo aver esaurito la sua fortuna, l'unica possibilità sarà quella di andare a cercare un gruppo di monaci, dove gli verrà mostrato che esiste una realtà più grande, pressochè infinita. E infatti, come recita una delle battute del film, se gli Avengers proteggono il mondo da minacce più fisiche, loro combattono quelle di tutto l'universo, si battono sul piano astrale, su dimensioni parallele, avvolgono il tempo. E' chiaro che abbiamo a che fare con un film un pò diverso, qui si parla di magia, e in certi momenti sembra proprio un viaggio allucinogeno, eppure il sapiente mix di serietà, ironia e spettacolarità è perfettamente bilanciato. Scott Derrickson è un altro regista che mi piaceva tanto e che ormai sò di aver perso per sempre, una volta finito nel loop dei blockbusteroni hollywodiani è difficile che ritorni a fare i film horror da due soldi come piacevano a me, come L'esorcismo di Emily Rose, Sinister ed Hellraiser 5. Molti si sono lamentati del cattivo, definendolo troppo bidimensionale, e invece a me Mads Mikkelsen è piaciuto (anche se forse sono troppo di parte, per via del fatto che ero sotto con la serie tv di Hannibal). Insomma non c'è molto altro da dire, belle coreografie (Scott Adkins!), fico il mantello, promosso. VOTO: 4 /5 

OUIJA : LE ORIGINI DEL MALE

Da una parte avevo il ricordo tremendo del primo film, uno dei più brutti del 2014. Dall'altra la certezza che il regista Mike Flanagan (Somnia, Oculus) avrebbe sicuramente fatto di meglio (anche se ci voleva veramente poco). E posso dire che ci avevo visto giusto, più o meno. Il film si apre con il logo della universal degli anni 90, seguito dall'inquadratura di un vialetto anni '80. Quando arriva la scritta con il titolo, c'è tanto di fermo immagine con sotto il copyrigth. E niente, parte bene, introducendo questa famiglia composta da madre e due figlie, che ha perso da poco l'uomo di casa e vive con finte sedute spiritiche, fatte di trucchi dozzinali (calamite sotto il tavolo ecc), questo almeno fino all'acquisto di una tavola Ouija, dove la più piccola, novella Regan, viene ovviamente presa di mira dall'ennesimo spiritello incazzato. Non è una trama originalissima, ma è comunque abbastanza ferrea, i personaggi vengono presentati con dovizia di particolari e tratti psicologici, anche se sono tutte cose già viste, dalla figlia più grande e "più sveglia", fino al prete impiccione. A trovare un difetto, che rovina (di molto) il pacchetto, sono gli effetti speciali, sovrabbondanti di effetti digitali, e non del tipo che amo. Quelle maledette bocche slargate non si possono vedere. Manca inoltre un tema sonoro inquietante, come invece aveva Insidious o Amityville Horror. Insomma non un bel film, ma intrattiene quanto basta. VOTO: 2.5 /5

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT

Inizialmente c'era la curiosità, lo ammetto. Avevo visto "Il ragazzo invisibile" e avevo sentito che questo Jeeg Robot era pure migliore. Che l'italia finalmente abbia trovato il modo di sfornare i suoi film con i supereroi per offrire qualcosa di diverso dai cinepanettoni annuali e per dar battaglia ai kolossal hollywodiani sotto natale? No. Mettiamola così: C'è Claudio Santamaria, quello de "Il cartaio" di Dario Argento, e la voce di Christian Bale nei Batman di Nolan. Bene. è un romano, è un ladro, è un disgraziato, che durante una fuga si tuffa nel Tevere ed acquisisce una super-forza dopo aver toccato dei barili tossici. E io che credevo che uscisse the Toxic Avenger dal Tevere. Invece no, lui torna a casa, scopre la sua forza e come prima cosa si fa un bancomat. Letteralmente. Allo stesso tempo si scalda una gang locale, si scaldano i napoletani, si scalda youtube. Poi c'è Luca Marinelli. Che non sò bene chi sia, ma qui fa il villain a metà tra il Joker di Heath Ledger e uno schizzato qualsiasi. Adesso voi direte "che bello, finalmente un film di supereroi tutto italiano". E invece io ho sclerato. Perchè fare un film simile di quasi due ore completamente in dialetto romano, vuol dire o che è fatto per i romani, o che quelle cazzo di serie tv italiane vi hanno fatto proprio male. Avete presente i cinepanettoni con Boldi e DeSica? Avete presente le scene che odiate con Enzo Salvi che urla "achicchòòò???". Ecco, su Lo chiamavono Jeeg Robot, parlano tutti come Enzo Salvi. Tutti urlano, si mangiano le parole, è tutto un "daje", "sefamo un giro", ma il momento clou è sicuramente quando suona il campanello, e alla frase "chi è?" Marinelli risponde "Stò cazzo." Aggiungiamo che il classico oggetto del desiderio presente in ogni film di supereroi che si rispetti, è dato da una psicopatica appassionata di Jeeg Robot d'acciaio che sinceramente non ho capito la metà delle battute che ha detto, e potete capire che non posso unirmi più di tanto al fiume di persone che hanno gridato al capolavoro. Attaccano un blindato con tanto di mitra, e come colonna sonora parte Gianna Nannini. Sentire per credere. Marinelli entra in una villa per fare una strage, e in sottofondo c'è una musica napoletana. Insomma, è un film orgoglioso di essere italiano, ma proprio come molti italiani, non vuole suggerirlo, deve urlarlo, come un mentecatto. Io sono anche contento che hanno provato a fare una roba simile, però un altra volta preferirei un pò più di originalità verso il villain, e anche l'eroe, cazzo fa un sorriso ogni tanto, hai i superpoteri! VOTO: 3 /5

E anche per questo giro è andata! Voi cosa avete visto?

3 commenti:

  1. Anche io sto rinfrescando Twin Peaks nell'attesa che torni a deliziarmi coi suoi incubi! :)
    Doctor Strange molto bello ma sono tra quelli che hai citato, gente che non ha apprezzato molto dei villain praticamente inesistenti, mentre il prequel di Ouija e Lo chiamavano Jeeg Robot mi sono piaciuti molto, anzi, il film di Mainetti l'ho adorato nonostante i film con gli accenti troppo marcati mi uccidano. Ma allo Zingaro non je poi volé male!!

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  2. per me jeeg robot è un vero cult che si pappa a colazione il 90% dei cinecomics made in USA

    Zingaro for president ;-)

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