giovedì 22 settembre 2016

|Recensione| 31 di Rob Zombie


"Just a survivor-movie, nothing else". Erano queste le parole conclusive che avevo letto mesi fa su Bloody Disgusting. Erano di un recensore, uno dei pochi fortunati reduce di qualche festival in culonia. E badate, erano parole che mi avevano lasciato un pò intontito, visto che il film sotto i riflettori era "31" di Rob Zombie.



Parliamoci chiaro - Rob Zombie è un rocker, e la sua musica può piacere oppure no, ma da quando nel 2003 è passato anche sulla sedia da regista, è fuori discussione che i suoi film hanno lasciato qualcosa. Non proprio cose nuove, a dir la verità - in ogni film non fa altro che ripescare tutto quello che era di buono e giusto nato negli anni '70, però è anche vero che il modo come te le sbatte in faccia nella sua sapiente miscela di gore, parolacce e immagini frenetiche, ha in qualche maniera catturato l'attenzione di qualcuno, non necessariamente fan della sua musica.


Insomma aveva trovato un suo stile, abbastanza personale da piazzarlo (per chi scrive) come uno dei pochi da tenere d'occhio in questi ultimi anni.
E infatti il dittico costituito dalla Casa dei 1000 corpi e La Casa del diavolo mostrano una crescita non da sottovalutare: due film completamente diversi nonostante siano collegati dagli stessi personaggi. E lo stesso si può dire tra il remake di Halloween ed il suo folle sequel. Poi c'è di mezzo lo sfizio del film d'animazione scolacciato, e infine di nuovo una maturità inaspettata con Le streghe di Salem, che avevo recensito molto dettagliatamente qui.



Il punto è che sono tutti film diversi, ma che mantengono quel tratto sporco, rozzo che lascia intuire che parliamo di un film di Rob Zombie, e anche se i volti dei protagonisti alla fine sono sempre gli stessi, e pure le caratteristiche non cambiano più di tanto (tutti metallari), io sinceramente ho sempre apprezzato tutto quello che ha fatto: possibile che 31 sia solo un filmetto? In parte, purtroppo, si. Parliamone.

IL CAST & LA TRAMA

Un gruppo di animatori circensi sono in viaggio con il loro furgoncino. Ci sono Charlie, Venus, Panda, Roscoe e Levon : sono tutti i tipici personaggi di un film alla Rob Zombie, e infatti ci vengono presentati mentre fumano, scopano o dicono porcate. Dopo l'obbligatoria tappa alla stazione di benzina, presente in ogni horror che si rispetti, ovviamente finiranno per imboccare la strada sbagliata, dove verranno catturati per partecipare contro la loro volontà ad un gioco molto particolare, "31" appunto.
Quando entra in scena Malcom McDowell con dei vestiti ottocenteschi, capiamo che il film stà per entrare nel vivo - il gioco è semplicissimo, si tratta di sopravvivere per le prossime 12 ore mentre si attraversano un set di stanze, con degli psicopatici alle calcagna - che cercheranno ovviamente di far fuori i concorrenti.



Chi sono i pazzi? Dovrebbero essere il piatto forte del film : c'è un nano nazista, una coppia di cannibali con le motoseghe (i più fighi, diciamolo subito), una Harley Quinn (che tanto va di moda) accompagnata da una pertica vestito da ballerina, più Nathan Brake, sicuramente il più carismatico di tutti, con quel suo ghigno alla Joker (tanto per rimanere in tema).
Insomma un gruppo di clown dementi e psicopatici che prendono un botto di soldi nella notte di Halloween per giocare a "Manhunt".
I nomi sono tutto un programma: Doom-Head, Psycho-Head, Schizo-Headm, Sex-Head, Death-Head e Cherry Bomb, ma purtroppo a parer mio non sono nulla di speciale: Eccezion fatta per Nathan Brake / Doom-Head, nessuno di loro ha una costruzione psicologica, o comunque un minimo di personalità, sono praticamente intercambiabili, dei tizi che inseguono la vittima con un arma biancha. Nessuna profondità psicologica, nessuna battuta memorabile, e da Rob Zombie, che 10 anni fa ci ha presentato la famiglia Firefly, mi aspettavo di meglio. Lui che ha saputo rendere di nuovo interessante la figura dei villain, non ci credo che si sia lasciato sfuggire un occasione come questa, mi aspettavo infatti di ritrovare in questo gruppo di psicopatici un minimo di presentazione, e invece è tutto così veloce che neanche li ho inquadrati.



Per quanto riguarda le vittime ovviamente Charlie è Sheri Moon. E' la moglie del regista e pertanto è al centro della locandina, oltre ad essere quella che rimane più tempo sullo schermo, nonostante diciamolo subito- non è che sia tutta questa bravura. La bella Sheri funziona alla grande quando deve fare la psicopatica, e perchè no, anche la fattona (come su Le Streghe di Salem), ma come scream queen... non è nulla di speciale. Non sà essere spaventata e non sà urlare (l'unico urlo che fa è abbastanza pietoso).



Roscoe è Jeff Daniel Philips, un buon personaggio e forse quello costruito meglio, al contrario di Venus / Meg Foster che invece non ho nemmeno capito bene cosa ci facesse lì. Entrambi comunque sono stati riscoperti da Zombie nel precedente Le streghe di Salem, dove J.D.Philips interpretava anche il dj che andava dietro a Heidi (sempre Sheri), mentre la Foster era la strega suprema (detto fra noi, come è invecchiata male...ve la ricorda su Essi Vivono di John Carpenter? Sono rimasti giusto gli occhi!).



Poi ci sono Panda e Levon, due ragazzi di colore che dicono cose da gente di colore, e non sò perchè, ma mi chiedevo in continuazione come mai quello più grosso non l'ha interpretato Ken Foree. E su di loro non mi pare il caso di dilungarsi più di tanto: non hanno veramente presa sulla trama, non sono per nulla importanti, e se non tenessero occupati i villains come carne da macello non servirebbero a niente.

LA RECENSIONE

Il film a parer mio, parte alla grande. Bianco e nero, Richard Brake che si presenta agli spettatori, con un bel piano sequenza seguito da un primissimo piano della sua faccia cinematograficamente perfetta. Un bel monologo da schizzato che accompagnerà la prima uccisione. Il pubblico è sull'attenti. Partono i titoli di testa con dei filmini in Super8 che contribuiscono a calare lo spettatore negli anni '70, complici anche i colori caldi e i vestiti dei nostri protagonisti.
Questi chiacchierano, raccontano barzellette sporche, Sheri Moon si concede l'unica scena da porca in tutto film quando agguanta i coglioni di un benzinaio sopra i settanta, e in generale a venti minuti di film siamo calati in una perfetta atmosfera da puro film slasher.



E la conferma arriva quando cala la notte: il van si ferma per via degli spaventapasseri che bloccano la strada ("Scenderà Bill Moseley?" ci siamo chiesti) e arrivano i primi omicidi. Camera a mano, molto ravvicinata, molto mossa con tanto di fermo immagine e zoom durante le inquadrature migliori. Non sò perchè, ma non mi è dispiaciuto.
La fotografia cambia, i colori diventano freddi, e comincia il gioco del massacro: McDowell è sopra le righe, ma va bene così, mentre le altre due dame non saprei proprio come metterle. Una è Judy Geeson (anche lei su Lords of Salem), ma avranno si e no 10 battute. Hanno lo scopo di puntare le scommesse insieme a McDowell, durante i vari stage del gioco.



E' un'idea nuova? Posso menzionare almeno quattro film di genere diverso con la stessa trama, come Battle Royale, L'implacabile (The Running Man), Raze e Senza Tregua (Hard Target). La caccia all'uomo è sempre piaciuta, mescoliamoci qualcosa di Eyes Wide Shut, e perchè no, anche Hostel, con l'idea dei ricchi che fanno il cazzo che gli pare, e qualcosina viene fuori.
Però ripenso alle parole lette tempo fa "Just a survivor, nothing else" e un pochino ci aveva preso. Negli altri film menzionati, c'è il gioco al massacro, il brivido della caccia, ma i personaggi tra una morte e l'altra cercano di capire come uscire, litigano fra loro, e alla fine arrivano al vero villain, che li fa uscire di testa. Qui invece, a parte la scelta del finale, che a dir la verità, mi è piaciuta molto - quello che più mi pesa è che non me ne frega niente dei personaggi se vivono o muoiono, nè tra i protagonisti, ma nemmeno per i cattivi!



Meno male che migliora qualcosina quando rientra in scena Nathan Brake che con la sua facciaccia aveva già fatto scena su Batman Begins, Hannibal Rising e Doom, però anche lui quando si tratta di uccidere non è che faccia tutto questo gran lavoro. Un bel grazie a Rob lo stesso per aver dato credito a questo poveraccio che ha sempre avuto ruoli di secondo piano. Anche nei suoi film (ve lo ricordate in Halloween 2 quando investono la mucca?).



Un altra cosa che mi ha lasciato insoddisfatto sono le musiche: quelle di John5 sono al solito splendide e in una scena richiama molto Carpenter (non vi dico quale), però vi ricordo che nei film di Zombie le musiche scelte sono sempre nella vostra testa per tutto il mese successivo. Qui c'è "California Dream" e nient'altro. A lui che metteva Alice Cooper, I Kiss, gli Skynryd, o ha finito le canzoni che gli piacciono o non sò che pensare.

CONCLUSIONE

31 è un bel film, ma solo per un numero molto ristretto di persone, quelle che si accontentano di poco, della solite cose che hanno visto e rivisto, della tipica minestrina riscaldata. Poteva essere qualcosa di più, o forse lo diventerà con il tempo, ma ad una singola visione in lingua originale mi ha trasmesso questo. A proposito, il film è disponibile da un pezzo su Itunes, ma anche su Amazon - e chissà come, quando e se- arriverà da noi. Qualora arrivasse in sala ovviamente, una seconda visione gliela concedo tutta, ma per ora è un film che piazzerei in fondo alla filmografia di Zombie (tiè, forse sopra a El Superbeasto). Mi ripeto ancora, non dico che sia un "brutto film", solo che le stesse emozioni le ho provate meglio in altri modi, per esempio proprio giocando a Manhunt e Manhunt 2, due giochini con la stessa identica trama.



Rob qui mette il suo stile inconfondibile per uno slasher, che per definizione non è il genere più psicologico che ci sia, ma nelle sue mani mi aspettavo che avrebbe tirato fuori dal cilindro una reinvenzione del genere, magari come in Halloween 2, ma senza Michael Myers tra le palle. Bastava poco, un clown con un background, ustionato, incazzato per qualcosa, deforme, o una vittima che volta faccia, qualcuno che arriva ai piani alti e cambia le regole del gioco, oppure inserendoci semplicemente più follia: visioni, voci nelle teste, trappole alla Saw. Se non mi appassiono alla trama che conosco già, almeno mi diverto con il gore. Invece di gore non è che ce ne sia chissà quanto. 



Per me è un film da 7.5 su 10, che comunque comprerei e rivedrei volentieri, non credo che ci sia da accanirsi più di tanto, come ha fatto qualche fan americano, magari la prossima volta tirerà fuori la vera follia... o forse semplicemente avevamo le aspettative troppo alte, visto che (almeno io) lo consideravo come l'unico horror da attendere per questo 2016. Eppure lui continuava a gasarmi centellinando le informazioni, con poche (splendide) immagini e con video dal backstage che lasciavano pensare a tutto. Io a scanso di equivoci aspetto la visione in sala o per forza in bluray, sperando in qualche scena in più (è una tradizione che i film di Rob siano tagliati o incasinati, giusto?) e magari chissà...

3 commenti:

  1. Attendo con curiosità di guardarlo anche io, è uno dei film più attesi di questa parte dell'anno. Nel frattempo vorrei sapere cosa si fuma il tizio qui sopra, ne voglio un po' anche io!

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    1. Guarda non lo so, ma per sicurezza lo metto nell'angolino dei commenti eliminati

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  2. Io da fan sfegatato di Rob attendo questo film con ansia, ancora non l'ho visto e voglio aspettare un altro po nel caso che da noi esca in sala, anche se ne dubito, a quanto ho letto pure all'estero è uscito solo on demand e in dvd salve in pochissime sale negli USA per la classica "limited release", di solito quando i film hanno tale distribuzione da noi arrivan direct to video.

    Venendo al film Luca, ti volevo chiedere, è vero che ce poco gore come hai scritto tu??? ho letto invece in altri siti, da fan che l'han visto che di violenza ce ne è a pacchi, che è il più violento dei film di Rob....

    Sull'attore che fa Doom Head, piccola correzione, non si chiama Nathan, ma Richard ;-)

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