martedì 3 maggio 2016

|Che accidenti ho visto ultimamente?| Storie Pazzesche, Il Ragazzo invisibile, The Witch, Big Eyes, Grace

Il mese di Aprile per quanto mi riguarda è stato infinito. Moltissimo lavoro e pochissimo tempo libero. L'unica cosa veramente bella è stata la mazzata a Lucca per beccare George Romero, per il resto davvero poca cosa. Nessun film visto al cinema, ma un paio di bluray presi da Pam a scatola chiusa (Il ragazzo invisibile e Big Eyes), e qualche maratona di vecchi film, che manco menziono. 

STORIE PAZZESCHE

Che bella sorpresa questo film. Prodotto (tra i tanti) da Pedro Almodovar, Storie pazzesche è un film a episodi, un sottogenere che non ha mai molta fortuna al botteghino. In questo caso, abbiamo cinque storielle, più un prologo, tutti con lo stesso messaggio: L'essere umano è una merda.
Il prologo è ambientato in un aereo, dove tutti gli occupanti si rendono conto di avere una cosa in comune, con risvolti poco piacevoli. Un vero e proprio corto, veloce e piacevole, ma gli altri episodi sono leggermente più lunghi, e decisamente da seguire con la testa: Nel primo una cuoca e una cameriera litigano sul fatto di mettere il veleno o no nel piatto di un usuraio che ha fatto solo del male a tutta la città, nel secondo, due uomini alla guida di una macchina hanno un fugace litigio, e quando uno rimane in panne, l'altro si vendica in tutti i modi possibili. Praticamente Duel di Spielberg in chiave grottesca. Nel terzo un artificiere continua ad avere problemi con i parcheggi, in quanto gli sequestrano sempre l'auto, e sappiamo tutti quanto è terribile la burocrazia (l'avete visto Brazil di Terry Gilliam, si?). Nel quarto abbiamo una famiglia fin troppo benestante che si trova a pianificare un alibi per il figlio grande, poichè la notte prima, ubriaco fradicio, ha investito qualcuno senza fermarsi. Ed infine l'ultimo, forse il più riuscito, a parer mio, dove in un matrimonio succede praticamente di tutto tra corna e follia... Il messaggio comune, come dicevo, sono tutte le emozioni negative che l'uomo è capace di provare, in particolare l'odio, la vigliaccheria, la falsità, e via dicendo. Se come me, siete dei pessimisti nati, evitate di brutto questo film, o avrete la conferma di tutto quello che pensate. VOTO: 4 /5



IL RAGAZZO INVISIBILE

Cosa succede quando anche l'italia vuole competere con i cinefumetti? I più parlano ancora di "Lo chiamavano Jeeg Robot" (che ancora devo recuperare), ma è anche vero che già un paio di anni fa, si parlava de "Il Ragazzo Invisibile", di Gabriele Salvatores. La trama è presto detta: Michele, un tredicenne con i soliti problemi da teenager, tra il difficile rapporto con le ragazze e vittima preferita da un paio di bulli, un bel giorno, inizia a scomparire. Letteralmente. Diventa invisibile, e potete immaginare quali saranno le prime cose che farà... Ma ovviamente c'è dell'altro, come in tutti i cinecomix. Il film non è ispirato da nessun personaggio in particolare, ma bensì è un mix di tante cose che conosciamo a memoria. C'è un pò di X-men, un pò di Spiderman, qualcosa dei fantastici quattro, tutti personaggi che abbiamo già visto al cinema, tra l'altro. Ed è qui l'unico punto debole del film, l'originalità. Di per se, non c'è nulla di male, gli attori recitano benino (i più piccoli ogni tanto sembrano divertirsi più degli altri), e Valeria Golino nei panni della mamma poliziotta è più che riuscita, però alla fine sappiamo già tutto, e questo perchè i personaggi sono bidimensionali, nonostante tutto l'impegno che ci mettono. Rimane comunque un bel film, da vedere almeno una volta, gli effetti speciali sono validi, e la città di Trieste tira fuori un lato di sè che non sapevamo. Infatti penso che l'unico obiettivo di questo film era dimostrare che si può fare un buon cinecomix anche nello stivale. Solo che nessuno lo metteva in dubbio, per me sarebbe stato più importante creare anche un personaggio interessante, che Claude Rains e James Whale avevano già detto tutto più di cinquant'anni fa. Avete presente Misfits, si? VOTO: 4 /5    

THE WITCH

Ho sentito molto parlare di questo film. Sembra infatti che sia diventato un piccolo caso nei vari festival, anche se, sinceramente mi sembra che ne abbiano parlato in maniera fin troppo esagerata. Nella trama, ci troviamo nel 1600, e abbiamo questa famiglia coloniale del New England, esiliata dal paese e che cerca di sopravvivere nei pressi di una fattoria vicino ad uno strano bosco. Ci sono ben cinque figli, e quando la più grande si "perde" il neonato, viene data la colpa ad un lupo (in realtà mai visto in tutto il film). Infatti nel bosco si cela qualcosa, c'è un'atmosfera malsana, e quando i bambini confessano che il caprone nero della fattoria gli parla, non ci vuole un genio per capire che sono stati presi di mira da qualcosa. Adesso, di positivo il film ha diverse cose: c'è l'idea di non mostrare quasi nulla, perchè NON si ha nulla da mostrare. Il budget è basso, pertanto come si faceva una volta, bisogna buttare tutto nella sceneggiatura. E in The Witch è questo il patto che lo spettatore deve decidere se fare oppure no: O ci si appassiona a questa famigliola di invasati religiosi, o ci si addormenta, riaprendo gli occhi nelle ultime inquadrature, dove effettivamente qualcosa succede. Nel primo caso, ovviamente ci si sente più soddisfatti, visto che immedesimandosi nei personaggi, si può godere qualcosina di più quando gli eventi precipitano. Tutti gli altri invece, si faranno le palle come due cachi, specie se vogliono vedere la Witch del titolo, e se vogliono spiegazioni. In conclusione un film più che buono secondo me, ma a patto che sappiate a cosa andate in contro. Non ci sono momenti onirici accompagnati da grandi effetti speciali, non è la fiera dello splatter, e non vi cagherete addosso con musiche agghiaccianti, ma al contrario c'è una lenta discesa in un abisso...interrotta sul più bello. VOTO: 3 /5

BIG EYES

Contrariamente a quello che pensa il mondo, per me Tim Burton rimane un grande. E' vero che i suoi ultimi film non competono assolutamente con quelli in cui siamo cresciuti, ma andiamo, quale regista ci riesce? John Carpenter, George Romero, Sam Raimi, Peter Jackson... Sono i nostri eroi, perchè da bambini vedevamo Fuga da New York, Zombi, La Casa, Splatters, poi però, noi siamo cresciuti, e anche loro. Tra questi c'è chi si è "venduto" a Hollywood, come Raimi e Jackson, e relativi film costosissimi (Lo Hobbit e Oz per dirne un paio) che nonostante mostrano l'evidente mano dei registi, portano solo grosse delusioni nel cuore del fan. Ci sono anche quelli che si rifiutano alla macchina di Hollywood, come nel caso di Carpenter e Romero, ed ecco infatti che sono stati allontanati come la peste, e non riescono più a lavorare, se non in piccole produzioni quasi indipendenti, dove ovviamente rimangono fedeli al loro stile, con pellicole Carpenteriane e Romeriane. Ecco tutto questo per dire che Tim Burton mi è sempre piaciuto, visto che se da piccolo mi ha cresciuto con i due Batman, Edward mani di forbice e Beetlejuice, lui si è aggiornato tecnica dopo tecnica, fino all'infame computer grafica e l'ancor più infame 3D, ma alla fine è rimasto lui. Con Big Eyes uno potrebbe dire il contrario, in quanto è la storia autobiografica di Margaret Keane (Amy Adams, la Lois di Man of Steel), una pittrice che si mette con l'uomo sbagliato, Walter Keane (Christophe Waltz, il colonnello Hans Landa di Bastardi Senza Gloria), che sfrutterà il suo talento e il suo stile, sostanzialmente per prendersi il merito, firmando i quadri come suoi. Cosa c'entra Tim Burton? Un piffero, dico io, eppure non è la prima volta che si cimenta in un film autobiografico, ricordate lo splendido Ed Wood? Ma come dicevo all'inizio, ritengo Ed Wood un capolavoro perchè l'ho visto da bambino, perchè mi piace il metacinema, l'horror, Bela Lugosi e Johnny Depp. Oggi i tempi sono cambianti e abbiamo Christophe Waltz e drammi sull'arte. Non ci sono tocchi Burtoniani, se escludiamo un paio di fugaci sequenze dove Amy Adams ha veramente bisogno di riposo...Quindi insomma, il film è buono, non adatto ai fan del cinema burtoniano, ma ad un pubblico più ampio. Se cercate il dark, i colori scuri e le forme distorte, non demordete, potete riguardare i film precedenti, o aspettare il prossimo. VOTO: 3 /5 


GRACE

Che rabbia stò film. Il regista Jeff Chan se l'è prodotto, e ha contribuito alla sceneggiatura oltre che mettersi dietro la macchina da presa. Ne deduco che il progetto ce l'aveva proprio a cuore. E in effetti sulla carta c'era un materiale più che sufficiente per tirare giù un film -non dico innovativo- o -bello- ma quantomeno divertente. La nostra Grace è una ragazzina casa e chiesa che viveva con la nonna (la brava e onnipresente Lin Shaye), che non è difficile pensare a come l'abbia cresciuta, ovvero a bibbia e cinghiate. Un pò come la kinghiana Carrie White. Bene, c'è un pò di respiro quando si trasferisce al college, e qui il film tira fuori l'asso dalla manica. Entriamo nella testa di Grace e vediamo tutto in prima persona. Quindi più che un mockumentary, mi viene in mente il remake di Maniac. Da qui cosa volete che succede? Dopo i primi segnali strani, la nostra mostra i primi sintomi di una qualche possessione. tempo mezz'ora e viene ritirata dal college (la parte più godibile del film) e rimane un altra mezz'ora nella casa della nonna (la parte più noiosa del film), per arrivare allo stanco finale con il classico esorcismo tutto vento e salti. Che palle. I personaggi presentati nel primo terzo di film -i compagni di college, la compagna di stanza, la figona da sbarco, il semifidanzato...tutto nel cesso. I personaggi nella parte centrale del film, quelli al centro di recupero. Dimenticati dopo 10 minuti. E a cosa arriviamo? Al classico casino tra preti, dove il più coinvolto è Joel David Moore (Avatar, Hatchet), che diventa quasi il protagonista nei suoi 7-8 minuti sullo schermo. Uffa. VOTO: 2 /5 

E anche per questo mese è tutto. Come dice qualcuno, Stay Scared.

2 commenti:

  1. Storie Pazzesche mi ha un po' deluso, Big Eyes mi ha MOLTO deluso... The Witch lo guarderò stasera, credo :)

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