martedì 9 aprile 2019

|Recensione| Triple Threat

Come ben sappiamo, a volte il film lo fanno i grandi nomi. Quando la locandina è colma di nomi famosi, il film trova molto facilmente una distribuzione, perché riuscirà a portare a casa i soldi spesi, proprio grazie a quei nomi di richiamo. E' risaputo, è sempre stato così, fin dalla nascita dell'industria cinematografica. I nomi a volte richiamano un genere, un tipo di emozioni che lo spettatore vuole provare, ed ecco perché sotto sotto ci caschiamo sempre. Io sono un fanatico del genere horror e la mia condanna sarà quella di vedere ogni tipo di cagata solo perché nel cast figura un Kane Hodder, un Bill Moseley, un Bruce Campbell o un Robert Englund, ma da come vedo io, sembra che questo vale un pò per tutti i generi. Come l'action-movie. A volte va bene, basta pensare ai Mercenari - The Expandables, che ha generato una piccola trilogia e ha rilanciato le carriere di qualcuno, dimostrando che anche superati i 60 anni si può ancora dire qualcosa. A volte va così così, come xXx - il ritorno di Xander Cage, dove dietro tanta attesa, non siamo stati ripagati come volevamo (aspetto ancora una rissa tra Vin Diesel e Donnie Yen). A volte invece va malissimo, oltre la presa per il culo, come The Extendables, dove un Brian Thompson senza soldi vuole fare un film, con un operazione metacinematografica che non so bene se non l'ho capita io perché sono scemo o se era una specie di parodia colta fino al punto da non far ridere. Alla fine di tutto questo, cosa pensare di una locandina come quella di Triple Threat?